Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Sabato, 29 settembre 2007
 

Bello e difficile

Dagoneye ha scritto un bel post sulle riflessioni - vagamente caotiche, com'è giusto - che si vanno facendo sul flusso di informazioni che emergono dalle persone connesse alla rete, le forme innovative di gestione di quelle informazioni e le conseguenze mediatiche di tutto questo.

Il tema è fondamentale. La soluzione sembra venir fuori piano piano. Un'accelerazione qua, tipo il caso di Grillo, un rallentamento là, tipo l'ulteriore censura alla rete introdotta a Myanmar. Non possiamo pensare che tutto venga fuori dalla contrapposizione con i vecchi media o dalla novità costituita da quelli digitali. Ci vuole anche visione strategica. Rispondendo per esempio alla domanda: quale relazione pensiamo che ci sarà tra i vecchi e i nuovi media, una volta che sia superata la contrapposizione, vagamente ideologica, che li ha spesso condizionati finora?


5:26:44 PM    comment [];

Bozze: gli errori e le correzioni
Riguardo "Economia della felicità

Sto correggendo le bozze del libro che ho scritto studiando, parlando, intervistando e soprattutto incontrando persone su questo blog per confrontarmi sugli appunti che man mano prendevo.

Quella delle bozze è una lettura diversa. Sembra di essere qualcun altro. Un po' lettore casuale, un po' lettore critico, un po' professore e un po' tifoso. Così, a volte, capita di scoprire in quello che hai scritto qualcosa che non avevi notato... Bizzarro...

Gli errori poi. Sono pochi, nascosti tra le righe, mimetizzati dentro frasi che sembrano giuste. Ma alla fine bisogna rivalutare gli errori: perché non sono un nemico da abbattere, sono la necessaria compagnia di ogni tentativo di espressione. Meglio accettarne l'esistenza. Per non rischiare errori, si può rischiare il silenzio. Che - come cantava un poeta - ha un suono minaccioso.

Già.... "The sound of silence". Laggiù a Queens, New York, tanto tempo fa, Paul Simon non pensava che in futuro avremmo provato una verdeggiante nostalgia del silenzio; non pensava che in futuro lui stesso sarebbe andato a vivere nel Connecticut. Pensava all'estetica urbana e alla società frammentata della sua città. Era tanto tempo fa. Ma su un punto era allora come è oggi. Pensava a quanti non dicono più nulla per paura, finendo per non avere più nulla da dire. Silence like a cancer grows...

(Ah, dimenticavo: il libro esce con Feltrinelli, il 15 novembre... non ho molto tempo per questa correzione e invece di farla sto qui a parlarne...)


10:41:21 AM    comment [];


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