Luca De Biase
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Mercoledì, 20 dicembre 2006
 

Polemiche ed equivoci sull'autoreferenzialità dei blog
Non è necessariamente un difetto: è funzionale al nuovo medium che sta nascendo

L'uscita della mappa della blogosfera italiana, sul numero 56 di Nòva24, seguita dalla copertina di Time dedicata alla crescente influenza mediatica dei network sociali, ha generato tra i blog una certa discussione.

Spesso i commenti sono stati positivi. Talvolta invece negativi. Blogger e giornalisti come Gaspar Torriero, Massimo Mantellini, Vittorio Zambardino hanno contribuito proponendo importanti e diverse domande.

In particolare i dubbi si sono concentrati intorno a tre questioni: 1. il mondo dei blog è aperto o autoreferenziale? 2. i blog sono davvero influenti o si rivolgono a piccole nicchie di lettori? 3. i blog aumentano la democraticità del sistema dei media o sono una nuova oligarchia? Gli autori citati non hanno mancato di suggerire alcune possibili risposte, più o meno ottimistiche.

Non penso certo che i blog siano la soluzione a ogni problema della società, dei media e della democrazia italiana. Penso che siano una novità. E che ogni dibattito in materia possa essere utile a comprenderne meglio i contorni.

Ecco un contributo. Penso è sarebbe utile distinguere tra la valutazione dell'importanza dei contenuti proposti sui blog e la valutazione dell'importanza della blogosfera come fenomeno mediatico.

I media, come spiega Régis Debray nel suo Corso di mediologia generale, sono i mezzi di comunicazione non i messaggi che vi si trasmettono. E sebbene Marshall McLuhan ci abbia abituati all'idea della capacità dei mezzi di generare di per sé senso, è pur vero che anch'egli distingueva, appunto, i mezzi dal senso. E, dunque, si può sostenere che la maggior parte dei messaggi proposti dai singoli blog siano poco o per nulla rilevanti di fronte ai problemi dell'informazione pubblica, della democraticizzazione del dibattito, della necessità di trovare interpretazioni forti sulle grandi questioni, senza per questo disconoscere la novità introdotta dai blog nell'organizzazione strutturale del sistema mediatico.

Nella mappa pubblicata da Nòva24, una piccola parte della grande blogosfera, i singoli blog più "importanti" costituiscono stelle di prima grandezza, ma non sono necessariamente parte della massa più luminosa che è invece costituita da una quantità di blog piccoli e grandi che intrattengono tra loro un fittissimo dialogo. Il senso di questo è chiaro: il medium non è il singolo blog, ma l'insieme dei blog che si parlano tra loro. E ormai lo sappiamo bene.

Certo, avviene che la maggior parte dei legami che collegano un blog all'altro siano basati su amicizie personali, considerazioni intimistiche e chiacchiere molto quotidiane, ma questo genere di informazioni non vanno valutate solo per la loro influenza specifica: di fatto la loro importanza è notevole, perché servono a tenere insieme la rete. È grazie a quelle informazioni "ininfluenti"
che quando arriva un messaggio "potenzialmente influente" i blogger lo leggono, lo riprendono, lo criticano e lo diffondono.

Visti con gli occhi dei media tradizionali, molti messaggi dei blogger possono dunque apparire autoreferenziali e irrilevanti. Ma essi hanno invece la funzione di far vivere quotidianamente i collegamenti tra i blogger: dunque in qualche modo fanno esistere questa rete, questo nuovo medium fatto di persone più che di aziende e di macchine. E se poi, come dice Mantellini, proprio quelle chiacchiere "irrilevanti" risultano divertenti e capaci di far scoprire persone intelligenti con le quali conversare, allora il nuovo medium diventa ancor più sensato: perché produce insieme entertainment, informazione e nuova conoscenza.

Tutto questo certamente non risolve il problema della struttura oligarchica che governa l'Italia. Ci vuole molto altro. Certo, centinaia di migliaia di persone che si esprimono sulla base di un medium che vive della loro energia, hanno un impatto potenzialmente molto, molto rilevante. Che tra l'altro secondo me si fa già sentire sulle loro vite. Dall'esterno, dai giornali e altro, lo si guarda con tanti atteggiamenti, giusti e sbagliati. Di questo si è discusso e si discuterà ancora.

Secondo me, quello che distingue le migliori forme di dialogo tra i media tradizionali e questo nuovo "medium dal volto umano" è la capacità di comprendersi vicendevolmente senza strumentalizzarsi. Le strumentalizzazioni possono avvenire in entrambe le direzioni: i giornali che tentano di relegare i blogger in un angolo e casomai di cooptarne una parte e i blogger che alimentano l'idea di un nemico esterno, quello dei giornali tradizionali, per compattare le loro fila. Dobbiamo evitare queste situazioni se vogliamo che il dialogo sia produttivo.

Ma credo che i problemi principali siano nei media tradizionali.

Io penso che nei media tradizionali ci siano ancora troppe incomprensioni per questo nuovo medium. E che ci si ponga troppo spesso in posizione altera, ignorante o demagogica. I giornalisti tradizionali che seguono questi atteggiamenti avranno delle sorprese. Io penso che il medium dei blog e dei network sociali viva senza bisogno di essere cooptato. E che i blogger lo sappiano. Penso che i media tradizionali faranno bene ad ascoltare con rispetto quello che le persone si dicono e quello che stanno costruendo.

11:31:52 AM    comment [];


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