Luca De Biase An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.
Il libro di Benedetta Craveri, ristampato ora da Adephi nella sua collana tascabile a cinque anni dalla sua prima uscita, si intitola "La civiltà della conversazioone". Riguarda un angolazione particolare della storia dell'aristocrazia - in particolare di quella francese - ma allude a qualcosa di più che attuale.
La conversazione infatti è la parola chiave del mondo dei blog.
La civiltà della Craveri è il "monde", il vero punto di riferimento della classe dirigente francesce tra il Seicento e il Settecento. Il suo funzionamentto, affascinante, è basato sulla conversazione, un continuo scambio di micromessaggi organizzati in base a un insieme di regole che chiamare etichetta è riduttivo. Un fenomeno molto più aristocratico che francese. I patrizi veneziani ne svilupperanno un aspetto chiamandolo, con gli altri italiani, cicisbeismo. Gli inglesi svilupperanno anche altri riti, dalle notizie sul tempo all'attività sportiva. In generale, la futilità dei singoli messaggi sarà comunque un mezzo per tenere insieme la società aristocratica. In questo modo anche i messaggi non futili trovano però un mezzo di comunicazione aperto e funzionante per diffondersi velocemente. Un mezzo di comunicazione nel quale ogni nodo è insieme un produttore, un fruitore e un ricetrasmettitore dei messaggi.
Bel libro. Suggestivo. Perché molto informato e colto.
Per i blogger un insegnamento tecnico. Siamo anche noi un gruppo che si tiene insieme con una conversazione dotata di un'etichetta e che non è fatta soltanto da messaggi rilevanti. Anzi. Ma anche quei messaggi meno rilevanti servono molto: perché tengono insieme la società dei blogger e dunque tengono insieme il medium costituito dall'insieme dei blog. Su questo medium il rumore di fondo dei piccoli messaggi letti da poche persone è come un segnale lanciato per tenere attiva la connessione; ma su questo medium, quando veramente parte un messaggio forte, tutti lo vengono a sapere e tutti possono partecipare alla sua trasmissione, critica e comprensione.
La civiltà della conversazione sta rinascendo? Speriamo che non si limiti all'aristocrazia, questa volta. E soprattutto speriamo che non si pensi come tale...