Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Carlo Felice Dalla Pasqua

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Sabato, 22 aprile 2006

Riflessioni al Sole sul futuro

Bella riunione oggi al Sole 24 Ore. Beppe ne fa un riassunto alla sua maniera. Le copie vendute vanno bene. Il direttore, Ferruccio de Bortoli, ha sottolineato con forza che il giornale ha combattuto una dura battaglia per l'equilibrio nell'informazione. Dicendo che fare il giornalista indipendente è un mestiere come ce ne sono pochi.

Già.

Ha ragione. Eccome...

Quanto a me... Mi hanno chiesto di parlare delle sfide che l'innovazione (tecnologica) pone al giornalismo. C'era una gran parte della redazione del giornale, i corrispondenti esteri, le redazioni locali e quella romana, il presidente Innocenzo Cipolletta, l'amministratore delegato Claudio Calabi, tutti i vertici del management...

Ho detto che il futuro prossimo ci pone cinque domande:
1. Il pubblico attivo, che conversa, si informa direttamente alle fonti, critica i media tradizionali, cresce a vista d'occhio. La domanda è: qual è il ruolo dei giornali in questo contesto?
2. Le forme di accesso si moltiplicano (web, carta, radio, telefonini, tv via internet ecc ecc). Arriva la carta elettronica sulla quale si possono leggere tutti i giornali... Siamo pronti a non essere più i controllori di tutta la filiera, dalla produzione di notizie alla stampa alla distribuzione?
3. La pubblicità online cresce. Si paga solo quando la gente non si limita a guardare l'inserzione ma ci fa sopra qualcosa, la clicca, si dimostra interessata. E per Bill Gross si può arrivare a pagare l'inserzione solo quando la gente compra qualcosa... E' un modello di business che ci interessa e per il quale ci stiamo preparando?
4. La produzione delle notizie diventa crossmediale. Come cambierà la concezione del servizio, della narrazione delle storie giornalistiche, la generazione di senso e l'interpretazione in un sistema produttivo crossmediale? Come ridefiniamo la nostra identità?
5. I ragazzi sono crossmediali, leggono poco, fanno molto con i media che utilizzano, sono quasi naturalmente interattivi... Non leggono i giornali di carta (in generale) e sono pieni di talenti. Come li attrarremo ai giornali, visto che proprio sui loro talenti si costruiranno i giornali del futuro?

Insomma: la nostra identità non è la nostra carta, ma il nostro nome. Le domande sono grandi. Più grandi di me, sicuramente. La reazione della redazione e del management è stata incoraggiante. Sono uscito con l'idea che la sensibilità per queste questioni sta crescendo.

giornalismo, Sole, crossmedia
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