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Martedì, 4 aprile 2006
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Italian elections, democracy and *#&%*#
Yes, today was the first day of the rest of Italian democracy. Silvio Berlusconi has said something that I won't repeat about those that will vote for the Left and against him. "Stupid" is a word that means the same as the word that he actually used to define his opponents, but at least it doesn't involve the vulgar mentioning of male genital that he choosed to spit out.
Democratic debate is suffering in Italy. The media mogul that is the prime minister in Italy has changed the rules: we don't talk anymore about reality but only about the media image of reality.
He promised to lift a tax called Ici (which is the major source of revenue for all local authorities) and has promised this at the end of his debate against his opponent, Romano Prodi, when it was not possibile for him to replay because Berlusconi had the right to the last word... It is an incredible promise for a man that knows very well that numbers have to fit in a balance shit and not only in dreams. But he is selling his party as he used to sell its products. He knows his job. And millions of Italians have voted him in the past.
Now we are poorer, we are at war in Iraq, we are a more fragmented society, we are fighting each other much more than we used to. It is not only his fault, of course. He has even made some good things. But the major thing that he has done is to give Italians the idea that everybody has his own interests and that common, public, republican values are to be forgotten.
He has done so by doing consistently his own interests while leading the government. He has done so by suggesting that it is not bad not to pay taxes and not to follow the law... He has done so by saying that happines is in consumption. He is the lord of the money: Italians, many Italians, have liked this.
On Sunday, with the next political elections, they will show the world if the understood something new about money, power and selfishness during the past five years.
Berlusconi Italy, democracy
10:42:47 PM
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Alla ricerca dell'essenziale
Un mucchio di parole insensate per questa campagna. E me ne sono perse tante, per disattenzione. Intanto, leggendo "Questa storia" di Alessandro Baricco, mi sono ricordato della guerra.
Siamo un paese in guerra.
Come possiamo dimenticare che siamo in guerra? Nella prima guerra mondiale, dice Baricco, i ragazzi sono partiti cercando anche la vita, il batticuore, la sensazione forte, persino la fratellanza... Gente, dice Baricco, che non aveva scopo nella vita, la cui socializzazione stava nel bicchiere al bar con gli amici, si trova di fronte alla nuda realtà. Anche la sofferenza era un significativa.
Può darsi. Mio nonno ha conosciuto mia nonna vicino al fronte. Chissà se sarei qui a scrivere senza quell'episodio. Una bella storia: dopo la guerra, lui fa centinaia di chilometri a piedi per tornare nella valle dove aveva visto mia nonna. Lei era nei campi a lavorare. E lo vede da lontano, alto, bello...
La fratellanza che deriva dal trovarsi nell'essenziale.
La ricerca dell'essenziale attraverso la guerra è la ricerca della cosa giusta nel modo sbagliato. Che quindi lascia dietro di se desolazione e terrore.
Ma la ricerca dell'essenziale è quello che conta in questo momento.
La nostra guerra è talmente avulsa dalla società che non ce la ricordiamo se non ogni tanto per caso. La nostra guerra in Iraq non ha senso: è frutto dell'inessenziale che ci circonda.
Non potremo mai più cercare l'essenziale nel modo sbagliato come allora. E' un bene. Ma la ricerca dell'essenziale, quella, non la possiamo dimenticare.
Difficile parlare dell'essenziale. E' forse indicibile. Occorre alludere all'essenziale. Per sentirlo come un'ondata di realtà, oltre il muro di sbarramento di questa montagna mediatica che ci costruisce un mondo fittizio attorno (la tv, molto più del web, ovviamente).
guerra essenziale, baricco, elezioni
3:44:28 PM
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2006
Luca De Biase.
Last update:
1-05-2006; 14:23:52.
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