Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Domenica, 13 luglio 2008
 

Diritto d'autore in Europa

Su Repubblica versione cartacea (non lo trovo online) un pezzo di Alberto D'Argenio mette in relazione la decisione europea di mettere in discussione la Cisac per aumentare la concorrenza tra i detentori di diritti d'autore nell'Unione con la contemporanea prossima (ipotizzata) decisione di allungare il diritto d'autore nella musica da 50 a 95 anni.

Se confermata la doppia decisione significa che:
- guadagnano i sistemi legali di distribuzione della musica
- perdono i sistemi di protezione nazionale del diritto d'autore (tipo Siae)
- perdono i commons (si rimpicciolisce lo spazio libero da copyright)
- prendono fiato le major che hanno in catalogo qualche evergreen dal quale continueranno a trarre una rendita
- si allunga la durata dei guadagni degli autori evergreen (tipo Mogol).

Il tentativo, mi pare, è quello di rafforzare e rendere più efficiente il mercato della musica come prodotto tradizionale (in versione registrata sotto copyright). Non è dato di sapere se a livello europeo c'è qualche decisione in preparazione a favore o contro la netneutrality e sul controllo del traffico in rete.


11:08:09 AM    comment [];

Immagine di L'ospite incallitoIl nome della prospettiva

Piero Della Francesca morì nell'anno endecasillabo di sbarco
millequattocentonovantadue
di Colombo a occidente, un oriente fallito.

Il mio amico Serhan Ada, direttore di santralistambul, mi ha confessato la sua ammirazione per Erri De Luca. E questa poesia su Piero Della Francesca, che leggo dunque grazie a un amico cosmopolita che non non cessa di ridefinire il rapporto tra occidente e oriente, fa cortocircuito (...il suo viaggio in oriente, che è origine, sorgente).

La prospettiva di Piero Della Francesca è l'ennesimo emblema del cambio di paradigma avvenuto in quel XV secolo. Nel quale tutti i rinascimenti traggono esempio: globalizzazione, prospettiva, raffigurazione e narrazione del futuro, nuova visione dell'universo e della natura...

Oggi, in un certo modo, stiamo rivivendo quel genere di esperienze culturali. Ma ci manca, secondo me, una riflessione efficace sulla prospettiva.

L'iper-presente nel quale la rete attrae con tutti i saperi accessibili allo stesso modo non suggerisce prospettiva ma possibilità infinite e indefinite. Abbiamo bisogno di generatori di senso. (E il senso viene dalla vita vissuta di persone, città, territori, comunità...). Il bello di internet non è tanto generare senso quanto connetterci ai generatori di senso: per scoprirli e portarli agli amici.

Cenni recenti a libri: Napoleone, Canton, Patocka. Link all'ultimo bookblogging (per tenere il filo). Anobii.

9:30:05 AM    comment [];

Sicurezza all'italiana

Una tabella sul crimine in alcuni paesi del mondo, pubblicata nel numero in edicola dell'Economist, riporta i dati sugli attacchi violenti alle persone, le minacce e gli assassini (in rapporto alla popolazione). Risulta che in Italia ci sono nettamente meno crimini violenti che in Francia, Finlandia, Polonia, Canada, Stati Uniti, Olanda, Inghilterra e Galles. Ci sono meno attacchi e minacce che in Germania e Norvegia (mentre rispetto a questi ultimi paesi ci sono più assassini in rapporto alla popolazione). I dati sono dell'Onu, dell'International Crime Victims Survey e dell'Us Department of Justice. Si riferiscono al 2004.

Può essere che siano dati distorti dal fatto che in Italia alcuni di questi crimini non vengono denunciati? Certo che può essere. Ma questo dovrebbe ridurre anche l'impatto mediatico, che invece appare fortissimo. Se ne deduce che in ogni caso, siamo di fronte a una campagna mediatica orientata a farci sentire insicuri e a farci paura. Una campagna che diffonde timori esagerati (almeno a giudicare dal confronto con gli altri paesi) in tutta Italia (mentre comunque i dati vanno considerati anche tenendo conto che molti crimini in Italia si svolgono in alcune particolari regioni del paese). Il che significa che in certe regioni siamo al sicuro come in pochissimi altri luoghi al mondo.

La diffusione della paura è un sistema di manipolazione e di governo. Cui prodest? Chi dichiara di voler aumentare la sicurezza trae il massimo vantaggio politico dalla diffusione dell'idea di insicurezza. Lo hanno imparato gli americani. E sarebbe ora che lo imparassimo anche noi.

(Ma forse lo sappiamo già e non ce ne importa molto. Abbiamo una tale quantità di argomenti dai quali farci ipnotizzare...).


9:01:16 AM    comment [];


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