Luca De Biase
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Martedì, 22 agosto 2006
 

Ocse: che cosa ostacola la crescita delle reti? Non vi verrebbe in mente...

Il grande centro studi economici internazionale di Parigi che appartiene ai governi dei paesi più sviluppati, l'Ocse (dove tra l'altro ho lavorato per parecchi anni), ha pubblicato uno studio sull'impatto dell'internet sullo sviluppo. Dice che i network si organizzano da soli purché le regole garantiscano la concorrenza. Sono i monopoli i peggiori nemici dello sviluppo. Lo stesso, più o meno, dice un'analisi curata da Martin Fransman dell'università di Stanford. Grazie a Susan Crawford per le segnalazioni.

Non che stupiscano questi discorsi. Il monopolio è di solito il punto di partenza per i paesi in sviluppo. Poi si deve sciogliere per attivare dinamiche più creative. Ma è una storia infinita.

Credo che il lavoro adesso sia quello di chiarire che le regole devono servire a garantire tutti e che debbano tener conto del fatto che, finora, la forma di internet è quella che ha dato le maggiori opportunità creative. In un recente dibattito online ne hanno parlato: Dario, Aghost, Ubik, Pier Luigi Tolardo, Corrado Truffi, Beppe, Alessandro Longo, Massimo Mantellini. Ringrazio tutti.

Riparto da questa distinzione:
1. Infrastrutture di rete di base. Regolamentazione garantista perché hanno un connotato pubblico indiscutibile (le frequenze, gli spazi fisici nei quali passano i cavi, i siti nei quali sono le antenne). 2. Servizi (cioè la gestione degli abbonati) dovrebbero funzionare su quelle reti pubblicamente regolate in modo assolutamente privatistico e competitivo.
3. Le applicazioni (dalla mail alla telefonata, dal web ai contenuti della tv) dovrebbero poter contare su sistemi di rete interoperabili e su servizi che non competono in base all'esclusiva ma alla qualità delle relazioni con i clienti.

Molti degli interventi citati hanno chiarito che la lotta al monopolio non è una guerra di religione. E che la concorrenza deve essere compatibile con investimenti e ricerca. Ma è anche chiaro che il monopolio non è un sistema di per se creativo.

Ora mi domando: ma se tutto questo è vero, è preferibile che il punto di riferimento finale sia il mondo della domanda di servizi reali o quello della finanza? Domanda retorica, suppungo. Ma nei fatti abbiamo proprio una divaricazione tra le due dinamiche: la finanza vuole profitti illimitatamente elevati - il 50 per cento di mol delle compagnie mobili indubbiamente piace, ma non c'è limite alla fame di denaro del mercato del denaro - mentre consumatori e imprese vogliono infrastrutture disponibili a prezzi giusti, innovazione nei servizi e nelle applicazioni, relativamente facile utilizzo delle tecnologie di connessione. La domanda di servizi reali e il mercato finanziario, insomma, non vanno molto d'accordo. Che si fa?

Vorrei: limiti all'indebitamento. Una sorta di Maastricht delle compagnie che si occupano di infrastrutture di comunicazione digitale. E poi vorrei che i manager fossero pagati in ragione non dei risultati finanziari - come l'andamento del titolo in borsa - ma con obiettivi legati alla soddisfazione dei clienti. Infine, la separazione contabile tra reti e servizi andrebbe superata da una separazione concettuale e organizzativa, nei tre livelli della filiera accennata sopra: una soluzione, in sostanza, simile a quanto fatto in Gran Bretagna, dove i manager che si occupano della rete hanno una strategia legata precisamente al loro business e non a quello delle altre divisioni aziendali. Utopia. Ma se le utopie non sono un progetto pratico, servono sul serio ad alimentare il desiderio di un pensiero più pulito e motivante...

Ancora una volta sono andato un po' oltre le mie capacità, in questo settore. Ma se speriamo nello sviluppo, non possiamo che dedicare molta appassionata attenzione a queste questioni...

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10:30:27 PM    comment [];


Personal fab o no?

Neil Gershenfeld sostiene che stiamo entrando in un'epoca in cui ci faremo i pc da soli... ma sarà solo l'inizio: perché questo ci condurrà a diventare tutti inventori potenziali. Il pubblico attivo non solo nei media ma anche nello hardware. Su Ted, ne parla.

(Chissà perché ma mi pare difficile...)

6:22:38 PM    comment [];


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