Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.



Global Voices

Creative Commons License

Scrivimi

Subscribe to "Luca De Biase" in Radio UserLand.

Click to see the XML version of this web page.

Click here to send an email to the editor of this weblog.

 

 

Lunedì, 1 maggio 2006
 

Certo che è una provocazione...

(Intendo, quello che ho scritto nel post precedente).

Serve solo a pensare al vero valore del voto. E soprattutto del sistema dell'informazione che lo precede, lo accompagna, lo segue.

Una votazione basata sulla manipolazione, la propaganda semplicistica, l'integralismo dei valori assoluti (qualunque essi siano) non è una votazione tra equali. E certamente non è un bell'esempio di democrazia.

Ora. Quanto rischiamo di andare in una situazione tanto estrema?

Immaginiamo solo per un attimo che la bravura dimostrata dai politici attuali nel gestire e governare il sistema dell'informazione centrato sui tanti spettatori televisivi e i pochi lettori di giornali, con un sistema di informazione via internet ancora ai suoi esordi, sia destinata ad accrescersi. Non è un'ipotesi incredibile, no? Pensiamo poi a quelli che usano computer e altro per sapere che cosa fanno e chi sono i sostenitori delle liste avversarie: non è un'ipotesi infondata, no? Mettiamoci la possibilità di usare la rete non per informare e conversare ma per disinformare e manipolare: falsi siti con falsi video che riprendono gli avversari politici nell'atto di commettere qualcosa di insensato, per esempio. Non è purtroppo impossibile.

Di fronte alla crescita probabile della manipolazione dobbiamo prepararci come democrazia e come repubblica. Che facciamo? Dobbiamo sostenere l'informazione pluralista e indipendente, dobbiamo disincentivare i media che si limitano a fare da grancassa ai gradassi e agli imbroglioni, dobbiamo incentivare l'accesso all'informazione di tutti gli elettori. Tutti, certo: nessun elitarismo qui. Ma una richiesta, un'esigenza: tutti si dovrebbero informare accedendo ai fatti e alle fonti che li raccontano. Questo va incentivato.

Non dico che chi non lo fa non possa votare. Ovviamente non lo dico. Ma chiedo un pensiero su come incentivare una democrazia in cui tutti quelli che votano sappiano almeno qualcosa di vero su quello che la politica ha fatto e deve fare. E' un valore repubblicano: la nostra comunità deve essere salvaguardata in ogni modo contro il governo della falsità.    


, ,
4:11:05 PM    comment [];

La democrazia diretta del pubblico attivo

Lo so. E' scandaloso. E' come mettere in discussione un vero e proprio tabù. Ma è proprio vero che il voto più giusto è quello che prevede che ogni testa valga come ogni altra? Calma, calma... non sto dicendo che non sia così. Mi domando solo se...

Ricominciamo.

Il grande Gustavo Zagrebelsky è ritornato sulla distinzione tra Repubblica e Democrazia. Repubblica è ciò che abbiamo in comune. Democrazia è un metodo per decidere chi decide. Non sempre la maggioranza della gente è in grado di proteggere ciò che abbiamo in comune. E allora la Repubblica si organizza in modo da difenderlo: scrivendo una costituzione, prevedendo pesi e contrappesi tra i poteri, salvaguardando la credibilità delle istituzioni. Anche contro il parere momentaneo dei votanti.

Se si unisce questo ragionamento con l'osservazione evidente che la democrazia non è data dal fatto che tutti votano per scegliere il governo (poiché si votava anche in Unione sovietica e nell'Iraq di Saddam) ma dalla libertà del dibattito e dell'informazione che qualifica la consapevolezza e l'indipendenza di giudizio di chi vota oltre che la qualità di chi si presenta come candidato, allora si può fare qualche considerazione.

O meglio. Proporre qualche dubbio. E' proprio vero che tutti devono votare nello stesso modo? Sì, certo, per le elezioni politiche. Che ci possiamo fare? Sia chi partecipa alla vita repubblicana (informandosi) sia chi non partecipa e si limita a subire la manipolazione di chiunque possieda televisioni e consulenti di immagine, insomma tutti hanno diritto di votare e certo il loro voto conta allo stesso modo (che sia giusto o no poco importa visto che nessuno può dire come riformare questa situazione). Ma è chiaro che più c'è gente che va a votare senza avere altra informazione che quella che gli hanno instillato i maestri del battage pubblicitario, meno c'è democrazia. Anche se tutti votano allo stesso modo. Quindi qualche considerazione andrebbe fatta.

Per esempio per incentivare l'accesso all'informazione pluralista. Non voglio dire che si possa andare a votare solo dopo aver passato un esame che attesti l'avvenuto accesso all"informazione", questo non lo voglio dire perché sarebbe probabilmente troppo scandaloso. Ma almeno vorrei degli incentivi. Sto pensando a quali. Anche perché prima o poi ci dovremo porre l'obiettivo di sostenere l'informazione pluralista: oppure saremo sempre più nelle mani degli integralisti di ogni colore politico, sociale, economico e culturale...

Lascio a mezzo questo discorso. Ma solo per pensare più approfonditamente all'argomento. E intanto segnalo un link a un classico della materia: Emergent Democracy di Joi Ito.

, ,
2:22:58 PM    comment [];



Click here to visit the Radio UserLand website. © Copyright 2006 Luca De Biase.
Last update: 2-06-2006; 22:22:47.
This theme is based on the SoundWaves (blue) Manila theme.
ECONOMIA FELICITA'





Politica/ blog
Politica/ scienza
Retorica catastrofica
Economia nuova
Scienza/ paura
Informazione/ comunicazione
(Nòva24Ora!)

www.flickr.com
LucaDeBiase's photos More of LucaDeBiase's photos


blog.debiase.com
www.debiase.com
Web


Google



Maggio 2006
Dom Lun Mar Mer Gio Ven Sab
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
Apr   Giu