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Sabato, 10 giugno 2006
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A proposito di epocale... Ho giusto un paio di idee del tutto campate per aria...
2:46:25 PM
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Epocale
Finito il governo di centrodestra si è aperta la partita delle regole nei media.
E' partito il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni con un programma sacrosanto di ricollocazione delle frequenze tv, compreso uno studio sulle antenne e la concentrazione delle infrastrutture.
Ieri, il presidente dell'Autorità per le Comunicazioni Corrado Calabrò ha detto che si potrebbe introdurre in Italia un modello all'inglese per la separazione della rete di Telecom Italia dall'attività del servizio telefonico dell'operatore.
Le infrastrutture di trasmissione per la tv e le telecomunicazioni sono proprietà essenziali che definiscono quanto potere hanno gli operatori di questi mercati, ancora poco convergenti ma destinati a riunirsi. Se sono occupate dai colossi, la concorrenza langue mentre i modelli di business sono poco creativi e molto costosi per gli utenti. Se sono gestite con forte spirito pubblico - come avviene per internet - tendono a generare grande creatività e enormi vantaggi pratici per gli utenti. E' evidente che per completare il quadro della riflessione che si apre con la fine del centrodestra occorre prendere in esame anche il mercato della telefonia mobile, nel quale esiste una sorta di concorrenza a corrente alternata, per cui i quattro operatori si battono sulle questioni più apparenti ma tendono a muoversi all'unisono su questioni che li accomunano, come l'opposizione alla internettizzazione delle connessioni mobili. Devono difendere i loro margini: ma il fatto che quei margini operativi sono vicini al 50 per cento non può non lasciare sospettare che qualche forma di oligopolio prevalga sulle varie tensioni concorrenziali che pure pervadono il mercato. Comunque un'indagine sui costi delle ricariche e un intervento sul prezzo del roaming internazionale è partita: anche in questo mercato qualcosa si muove.
La svolta epocale è cominciata. La sua importanza è attestata anche dalla prudenza che ha portato l'Autorità delle Comunicazioni a precisare che non è oggi allo studio la separazione della rete da Telecom Italia. I temi del bitstream e dei 20 megabit sono passati in secondo piano. E la stessa interoperabilità, che pure resta un argomento strategico, assume contorni diversi se si pensa all'ipotesi di separare il mercato delle reti infrastrutturali da quello del servizio degli operatori.
Il tutto si connette all'inchiesta Tavaroli. Perché una classe politica che non avverta inquietudine osservando come si possa formare, nelle condizioni attuali di privatizzazione assoluta del mercato, un centro di potere immenso come quello messo in piedi dall'ex capo della sicurezza di Telecom Italia, non sarebbe una classe politica. Se poi la nostra classe politica è davvero democratica, non può non connettere il tema della sicurezza, quello della privacy dei cittadini, quello della libertà di espressione, quello della libertà di informazione, quello della concorrenzialità regolata dei mercati.
La svolta epocale può anche abortire, come succede in Italia. Ma sarebbe un disastro epocale.
Commenti di Alessandro Longo, Beppe Caravita, Claudio Caprara, Massimo Cavazzini, Andrea Lawendel e molti altri (mi scuso con tutti quelli che non cito qui... spero di ascoltarli strada facendo...). Equiliber è qui.
Regole Media Gentiloni
telecomunicazioni infrastrutture operatori
12:51:12 PM
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1-07-2006; 15:43:34.
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