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Sabato, 14 giugno 2008
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La conoscenza di Cristiano Antonelli
Cristiano Antonelli insegna economia a Torino. La sua ricerca sull'economia della conoscenza è profonda. L'ho sentito parlare a Torino nel corso di un seminario sull'innovazione organizzato da Top-ix l'altro giorno.
Ha parlato di economia della conoscenza. Tento di riassumere.
Il valore scaturisce dalla conoscenza. La conoscenza è diventata un fenomeno economico. E' sempre stato un po' così. Si è sempre prodotto innanzitutto attraverso il saper fare. Ma oggi il supporto della conoscenza è meno importante. La conoscenza si è alleggerita del suo supporto. La conoscenza è scorporata. Le conseguenze sono importanti per l'economia e la scienza che la studia.
1. La conoscenza è imitabile. Può essere immediatamente copiata. I concorrenti se ne possono appropriare facilmente.
2. La conoscenza è un bene esperienza. Il valore della conoscenza si apprezza dopo averla avuta. Difficile comprendere come venderla e come farla pagare.
3. La conoscenza non si usura. Le la cedo a un altro non la perdo.
4. Quindi il mercato non governa lo scambio di conoscenza. La conoscenza come bene economico non sta alle regole del mercato. Il mercato e la concorrenza non funzionano per la conoscenza come per i beni materiali.
5. Si tenta di risolvere questo problema usando il diritto di proprietà intellettuale che in qualche modo riporta la conoscenza alle condizioni dei beni tradizionali.
6. La conoscenza è indivisibile. Si studia attraverso un insieme di economia, antropologia, matematica, filosofia... E si cumula. Si può riutilizzare la conoscenza che viene da passato (storia). Con i brevetti pago la conoscenza di oggi ma rallento quella di domani (non la posso usare liberamente per generare la conoscenza di domani in modo cumulativo...). E' forse più produttivo finanziare la ricerca con sussidi e finanziamenti all'università. Per avere poi conoscenza liberamente utilizzabile.
7. Come trasformare questi cambiamenti in un vantaggio? Il vantaggio è che il costo dell'accessibilità alla conoscenza disponibile nell'ambiente è molto basso (rispetto al costo di generarla per la prima volta); è un tema che per gli economisti sta nell'ordine delle esternalità. La conoscenza esterna è una risorsa.
8. Ma è necessario saperla utilizzare. Riconoscere il valore di accedere alla conoscenza esterna. Senza conoscenza esterna non si forma neppure una conoscenza interna all'azienda. L'esplorazione ha valore: cercare dov'è la conoscenza, sapere dove sono le persone e i centri che stanno alle frontiere della conoscenza. Devo avere all'interno dell'azienda delle persone che sanno capire, sanno assorbire questa conoscenza esterna (questo assorbimento è un costo). Il costo di assorbire la conoscenza esterna è necessario per ricombinarla e integrarla nei processi interni al fine di generare nuovi prodotti.
9. Il sistema è caratterizzato dalla complessità. E dalla serendipity. Varietà. Interconnessione. Capacità di gestire la nuova conoscenza.
Aggiungerei soltanto questo. Come le aziende si possono rendere conto che la conoscenza esterna è una risorsa, così devono rendersi conto che è tanto più ricca quanto più l'ambiente esterno è alimentato. E che vale la pena di contribuire restituendo all'ambiente la conoscenza generata all'interno. O alimentando la generazione di conoscenza da parte di soggetti come le università, i centri di ricerca e gli intellettuali.
8:51:17 AM
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2008
Luca De Biase.
Last update:
24-06-2008; 8:44:22.
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