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Che cos’è l’ATTENZIONE? Una forma di energia

Con l’arrivo di Buzz molti hanno avuto un moto di repulsione: non solo per le note questioni di privacy violata, ma anche perché ci si trova di fronte a un ennesimo strumento di comunicazione sociale da gestire, ascoltare, tenere d’occhio. Di qui lo spunto per una riflessione sull’attenzione. C’è un pezzo di Chris Brogan che si fa leggere. Contiene un’indicazione da criticare e una proposta da prendere sul serio. Per Brogan l’attenzione è una moneta che si scambia e ha un grande valore. Uhmm. Per me la metafora non tiene: la moneta, come insegna la reazione...

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Semplicemente vero

Se è semplice, sembra vero.  Per come funziona il cervello, riporta Drake Bennett, un’affermazione che appare semplice viene considerata dalle persone vera con molte più probabilità di un’affermazione che appare complicata. Lo studio della “facilità cognitiva” è un settore in crescita della psicologia. E mostra come per esempio le azioni delle aziende con un nome semplice siano nel tempo acquistate di più delle azioni con il nome complicato. Oppure come la semplicità dei messaggi pubblicitari influisca sui comportamenti dei consumatori. I maestri della ripetizione...

innovazione visioni

Impariamo a giocare come i computer

Garry Kasparov, campione di scacchi, racconta come vede cambiare il suo gioco dopo l’avvento dei computer.
Ero con lui – insieme a molti altri – mentre a New York nel 1997 si batteva contro Deep Blue, il computer scacchista dell’Ibm. Fu un momento molto umano, in realtà. Perché fu l’emozione derivante dall’incertezza sul modo di “ragionare” del suo avversario che condusse Kasparov alla sconfitta.
Ma le sue considerazioni attuali sono molto razionali. Gli uomini stanno imparando a giocare come i computer…

Economia Felicità visioni

Essere stati è ancora una condizione per essere

“Essere stati è ancora una condizione per essere?” è il titolo di un convegno, oggi, a Firenze (info su Museo dei Ragazzi, inToscana, Sopravvissuta). Si parla di biblioteche, archivi e musei, e del loro ruolo nella creazione di una prospettiva. Ne abbiamo bisogno, schiacciati dall’iperpresente. Ecco una prima reazione al titolo. Si approfondirà, andando oltre il teorico, oggi con gli altri (non ho riletto, mi scuso per la conseguente lungaggine..): A meno di grandi sorprese, la domanda è, ovviamente, almeno la metà della risposta. Che cosa dunque ci stiamo domandando...

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Collective knowledge systems

Sistemi che gestiscono la conoscenza collettivamente (Silicon Alley Insider). Google e Wikipedia. Oppure Innocentive. C’è un filone di ricerca in via di definizione. All’Mit stanno lavorando per costruire una piattaforma nella quale le persone possano essere guidate a creare previsioni. C’è un link evidente con la costruzione dell’agenda comune. Perché anche in questo caso le previsioni possono diventare la focalizzazione di un gruppo intorno a una comune serie di priorità. (Tanto per fare un esempio: Nicholas Negroponte si schernisce quando gli chiedono come ha fatto...

libri visioni

Albert Camus: individualismo e comunità

Albert Camus discute la sua Peste osservando che pochi hanno notato come il suo linguaggio cambi nelle cinque sezioni delle quali è composta quell’opera. Camus ha scritto in modo da fare emergere le storie individuali nella prima parte. Poi progressivamente, mentre avanza la peste, scrive in modo tale da dare l’impressione dell’aggregazione della comunità di fronte al fatto che la sta colpendo. E torna a usare un linguaggio individualistico quando la peste progressivamente passa. La parola costruisce comunità. O racconta individualità. Possiamo scegliere come parlare. Una...

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Temi di onore e morale nei social network

La morale della tradizione cristiana e la morale laica di stampo kantiano – con qualche importante differenza – stabiliscono regole e sanzionano le infrazioni in base alla considerazione delle intenzioni di chi ha agito (dice Galimberti). E sono soprattutto orientate alle relazioni tra persone umane. “L’uomo va trattato sempre come un fine, mai come un mezzo” dice Immanuel Kant. Raramente se non per via di indicazioni spirituali si occupano di rispetto per la natura, gli animali, l’aria… Oggi non basta più quel modo di regolarsi. O meglio: il...

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Barthes, la retroguardia dell’avanguardia

Un antimoderno è Roland Barthes, dice Antoine Compagnon. Per spiegarsi, il professore di letteratura riporta una frase – del 1971 – nella quale Barthes si definisce “alla retroguardia dell’avanguardia” perché: “être d’avant-garde, c’est savoir ce qui est mort; être d’arrière-garde, c’est l’aimer encore”. 

(È una frase illuministicamente romantica, struggente: l’avanguardia sa che qualcosa è morto ma la retroguardia l’ama ancora).

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Hegel tra beni e strumenti

Riaffiora un passaggio di Hegel, nella Scienza della logica: “nel futuro” (il suo futuro è il nostro presente) “nel futuro la ricchezza non sarà più determinata dai beni, ma dagli strumenti, perché i beni si consumano, mentre gli strumenti sono in grado di costruire nuovi beni”. Via Galimberti. E più avanti. “Quando un fenomeno cresce da un punto di vista quantitativo non si ha solo un aumento in ordine alla quantità, ma si ha anche una variazione qualitativa radicale. Hegel fa un esempio molto semplice: se mi tolgo un capello sono uno che ha i capelli, se...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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