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Dipendenze digitali, educazione e libertà

I figli di Steve Jobs non erano autorizzati a usare l’iPad. I figli di Bill Gates avevano accesso al personal computer in tempi contingentati. Evan Williams, fondatore di Blogger, Twitter e Medium, non dà il tablet ai figli. Secondo Adam Alter, quei grandi della tecnologia ne conoscono anche i difetti. I pericoli. Le piattaforme più popolari online sono progettate in modo da attirare l’attenzione delle persone per indurle a usare quegli strumenti il più possibile. Lo smartphone è la tecnologia persuasiva per eccellenza. Ormai la gente guarda lo schermo del telefono anche 150 volte...

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Domani e dopodomani

Roy Amara, un tempo presidente dell’Institute for the Future, ha espresso una grande verità non ovvia (attribuita anche ad altri ma sua): “Tendiamo a sovrastimare gli effetti a breve termine di una tecnologia e a sottostimare i suoi effetti nel lungo termine” (“We tend to overestimate the effect of a technology in the short run and underestimate the effect in the long run”). Gli umani sembrano disegnati meglio per reagire ma sanno anche pianificare. L’osservazione di Daniel Kahneman secondo la quale nella maggior parte dei casi gli umani decidono in base...

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Google e Facebook: il nuovo duopolio

Una ricerca di Wpp sulle prospettive della pubblicità nel 2018 mostra che il duopolio di Google e Facebook arriverà all’84% del totale della spesa pubblicitaria online nel mondo esclusa la Cina (ne parla il Financial Times nell’articolo “Google and Facebook dominance to rise” che si legge a pagamento; ci sono altri articoli che ne parlano: The Drum, Hollywook Reporter). La spesa pubblicitaria aumenterà del 4.3%, cioè di 23 miliardi, l’anno prossimo. E la maggior parte di questo aumento andrà a internet. Dunque quasi tutto a Google e Facebook. In prospettiva...

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Certi giorni cominciano con Franco Carlini

Certi giorni sei nel posto sbagliato. Certi giorni pensi a un’altra vita.
Certi giorni sei, per esempio, a Milano invece che a Genova, dove gli amici ricordano il nostro maestro Franco Carlini. È con loro che oggi avresti dovuto essere.

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Letture. Iniziative e studi per la qualità dell’informazione. Ce n’è bisogno…

Le grandi piattaforme non fanno abbastanza per combattere il fenomeno delle fake news, dicono al Los Angeles Times: Google and Facebook aren’t fighting fake news with the right weapons. Contro le fake news non basta un po’ di factckecking più o meno collaborativo, perché le persone ricordano quello che viene ripetuto continuamente più di quanto non ricordino complicati articoli di debunking. Ovviamente questi sono necessari. Ma le piattaforme possono fare di più per ridurre la memorabilità e la ripetizione delle notizie false? Il paper di Ethan Zuckerman sulla sfiducia...

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Marketing editoriale: principio di comunità invece che mera monetizzazione

Al Jazeera lancia un nuovo network di podcast – Jetty – usando Facebook e teorizza sul marketing editoriale: «We should get into the habit of thinking about audience in terms of customer relationship management and building communities around our shows’ audiences, versus just monetizing them» (Dovremmo abituarci a pensare al pubblico in termini di gestione della relazione con i clienti e costruire comunità attorno al pubblico dei nostri programmi, invece di pensare solo a monetizzarli). Letture domenicali: NiemanLab

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Media ecology. Una definizione di ecologia del media. Di Lance Strate

Lance Strate, della Fordham University, ha scritto la voce “media ecology” per la nuova International Encyclopedia of Communication Theory and Philosophy. Ecco un breve riassunto. L’ecologia dei media è la ricerca sui media intesi come ambienti. Caratteristiche di questo campo di studi: 1. La parola “media” è intesa, nell’ecologia dei media, in modo piuttosto allargato e può includere qualunque tipo di tecnologia, codice o struttura adatta a comunicazione, informazione, percezione o espressione. 2. La ricerca sull’ecologia dei media è interessata a...

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Ecologia dei media: Katharina Borchert, Mozilla, la disinformazione e la salute di internet

Un esempio dell’approccio ecologico all’internet si trova nelle parole di Katharina Borchert, capo dell’innovazione a Mozilla, che ha deciso di occuparsi di disinformazione in rete (Poynter). Il rapporto sulla salute di internet, pubblicato in gennaio, è un esempio importante di analisi perché mette insieme i valori di fondo che rendono l’ecosistema internettiano ricco di possibilità innovative e i fatti che mettono in discussione il suo equilibrio di lungo termine. Borchert è convinta che la disinformazione sia un danno enorme per la salute dell’ecosistema...

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Ma come ti informi? Mi hanno bannato da Facebook (dove si parla anche di una ricerca di Reuters e di una pubblicazione su Nature)

Una persona fortemente critica dei vaccini mi spiega le sue ragioni. Chiedo: «Ma come ti informi su questo argomento?» Risponde: «Mi hanno bannato da Facebook!» Sembra difficile da comprendere. Che cosa voleva dire? In questa risposta c’è un sapere implicito da esplicitare. In pratica, quella persona ha risposto: 1. si informava su Facebook 2. non c’è differenza tra informarsi e informare 3. perché l’informazione equivale all’opinione 4. se si scrive qualcosa di vero e controverso Facebook ti banna 5. dunque le mie informazioni sono vere Si può dire che questa realtà...

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La responsabilità dei tecnici è la loro libertà

Yohai Benkler parla al Politecnico di Torino sulla responsabilità degli ingegneri. E richiama le scelte che gli ingegneri possono operare anche quando progettano una nuova tecnologia. «Siete come i medici in un ospedale. Avete dei limiti e l’organizzazione dell’ospedale vi può spingere a fare scelte che considerate sbagliate. Ma potete pensare di avere l’obbligo morale di non operare quelle scelte». La quantità di scelte fondamentali che stanno compiendo coloro che scrivono il progetto delle tecnologie, in un’epoca di grande trasformazione, è enorme. La loro importanza...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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