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InquinaMente

Secondo il papa i media ci abituano al male e inquinano le menti. Il Corriere online riporta qualche stralcio del discorso. Sulla Repubblica di carta il tema è più sviluppato. “Ogni giorno attraverso i giornali, la tv, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono”.

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Google, Murdoch, giornalismo e lingue biforcute

E’ ora di mettere una parola fine a un lungo e falso dibattito sui giornali, interessante solo chi li vende. Ma per riportarlo verso le persone, occorre sentire la voce di chi li scrive e li legge. Come? Test di giornalismo: che cosa interessa di più alla cittadinanza?1. Che gli editori, i tecnologi, i pubblicitari facciano tanti soldi e ne usino una parte per pagare lo stipendio a costosi giornalisti?2. Che esistano giornali indipendenti che possano controllare il potere e dar forza a un’opinione pubblica democratica?3. Che l’informazione sia diffusa in modo comodo e...

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Résumé #4- DIVIDE ET IMPERA

Le strategie degli editori che tentano di dividere il web, per esempio tra quello che si trova via Bing e quello che si trova via Google, ricordano il vecchio modello nel quale quegli stessi editori sentivano di controllare il pubblico: solo l’editore concedeva il permesso di accesso ai suoi contenuti governando con precisione la tecnologia di distribuzione. Nel modello del web come ecosistema, invece, tutti si aiutano a crescere e tutti hanno bisogno di tutti. Ma i percorsi di accesso sono liberamente decisi dal pubblico. Il che mette in crisi alcuni modelli di business. Ma ne apre di...

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Murdoch si contraddice (anzi, no)

Murdoch si contraddice sempre su internet. Come si diceva. E lo fa notare Jeff con una bella lettura comparata di Murdoch 2005 e Murdoch 2009. Il fatto è che Murdoch non è molto interessato alle dinamiche di internet. Ma al fatturato. Si dice che Murdoch abbia comprato MySpace sulla base della convinzione di avere un minimo garantito di raccolta pubblicitaria da Google (e allora sosteneva l’innovazione nella distribuzione di notizie online). Ma poi MySpace è andato a picco in confronto a Facebook. E Google ha chiuso il contratto che prevedeva il minimo garatito. Stranamente, solo allora...

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Diversità emergente nei giornali

E’ chiaro che gli editori devono trovare i nuovi modelli di business dei giornali. Ed è chiaro che i giornalisti devono fare giornali migliori. Pena un aggravamento continuo della crisi scoppiata in tutta la sua forza quest’anno ma partita da qualche tempo. Non sarebbe un dibattito molto appassionante (e forse non lo è comunque) se non fosse per il fatto che la semplicità della questione viene continuamente complicata da confusioni di ruoli e di preoccupazioni tra editori e giornalisti. Inoltre, qualche eccezione alla regola c’è. Sicché non mancano i motivi per tornare...

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Dainik Jagran (e Axel Springer): cronaca senza crisi

Si chiama Dainik Jagran. Ha 56 milioni di lettori. E’ scritto in hindi. Ha 1000 giornalisti e 240 edizioni locali. Fa cronaca. Arriva più velocemente della polizia sui luoghi degli avvenimenti. E’ grande e nello stesso tempo iperlocale. E non conosce crisi. (LeMonde)
In fondo, è la stessa ricetta (cambiato quello che va cambiato) che fa il successo – senza apparente crisi – di Axel Springer per come l’ha raccontata Giuseppe Vita a VeniceSessions.

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Ritratto per un maestro

Un maestro di giornalismo dice che questo ritratto di Michele Ferrero, pubblicato da Ft, è un esempio della perfetta struttura del ritratto giornalistico. E’ utile riconoscere la struttura degli articoli giornalistici. Il giornalismo è un lavoro artigiano. Si impara guardando i maestri che lo fanno. L’artigiano sa fare ma non sa dire che cosa sa fare (dice Sennett). Ma spesso si pensa alla ricerca delle informazioni, alla verifica, all’indipendenza di giudizio, alla coerenza nella linea editoriale. Meno spesso si dedica attenzione alla struttura degli articoli. Il...

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Readings #7 – Molliche di blogosfera

Cercando aggiornamenti al mitico pezzo di Bill Joy sull’emergere possibile di una nuova specie post-umana, si può scoprire che alla Darpa (l’agenzia di ricerche avanzate del dipartimento alla difesa americano, superinteressante) stanno cercando il modo di potenziale i soldati “cellula per cellula” (come dire con biotecnologie, neuroscienze, ecc ecc): World Politics Review. Invece pare che il progetto “telepatia” sia stato abbandonato. Si moltiplicano i pezzi che riguardano le sperimentazioni degli editori di fronte alla crisi. Sta nascendo una nuova società...

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Murdoch, Google e il Corriere

La sparata di Murdoch secondo la quale i suoi giornali potrebbero decidere di rifiutare la possibilità di essere trovati con il motore di ricerca di Google ha generato molte reazioni. Una, recente, di AdvertisingAge, fa un po’ di conti e arriva a dire che, una volta usciti da Google, i giornali di Murdoch perderebbero un po’ in termini di pubblicità, rischierebbero di perdere rilevanza tra i giovani e le persone che sono meno abituate alla logica dei giornali tradizionali e più abituate alla navigazione sul web, avrebbero vantaggi molto ipotetici su altri versanti...

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Consolanti statistiche

Nonostante la classica flemma, l’articolista del New York Times appare vagamente inquieto dal dato emerso da una ricerca del Boston Consulting Group secondo il quale la metà degli americani sono disposti a pagare per le news online. Ma si scopre che pagherebbero solo 3 dollari al mese…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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