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Opportunità: la convergenza tra apprendimento e lavoro

Nel migliore dei mondi possibili. Le aziende diventano organizzazioni che imparano, strutturando la comunicazione e la collaborazione in modo orientato al bene comune. Le persone lavorano in queste organizzazioni svolgendo attività che ne migliorano costantemente l’esperienza e la conoscenza. La separazione tra momenti di apprendimento e momenti di lavoro si fa sempre meno marcata. Anche perché si impara lavorando e si lavora imparando. La piattaforma dell’apprendimento e la piattaforma del lavoro strutturano la comunicazione di conseguenza.

La scuola è medium. La piattaforma insegna. Il mezzo è messaggio anche in questo caso. E dunque, l’azienda che apprende è scuola e medium ed esperienza e messaggio.

Per questo è interessante il pezzo di McKinsey che punta l’attenzione sul passaggio di focalizzazione dal “lifelong learning” al “lifelong employability”: non si tratta tanto di continuare a vivere e organizzare esperienze di insegnamento, alternandole con il lavoro, ma di aggiustare il tiro dell’esperienza lavorativa in modo che ogni passaggio da un lavoro all’altro sia preparato da un costante impegno per l’impiegabilità delle persone, cioè nell’avanzamento della loro cultura professionale e nelle loro capacità strategiche (Competitive advantage with a human dimension: From lifelong learning to lifelong employability).

Da questo punto di vista è strategico accompagnare la preparazione tecnica con una contemporanea preparazione umanistica: senso strategico, senso critico, curiosità, gioco di squadra, apertura mentale, capacità di esprimersi, di ascoltare; sono capacità che servono ai tecnici che devono passare da un progetto interdisciplinare all’altro, da un lavoro specialistico all’altro, dalla padronanza di una tecnologia all’altra…

Da leggere un classico: Peter Senge, The Fifth Fiscipline. The Art & Practice of The Learning Organization (un libro degli anni Novanta che ha conosciuto diverse nuove edizioni aggiornate e che vale assolutamente la pena di leggere: la qualità dell’organizzazione non si misura ma si alimenta, coltivando discipline generative come il senso della complessità, l’apprendimento di squadra, la visione condivisa, la conoscenza dei modelli mentali, la maestria nell’automiglioramento).

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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