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Martin Ford. Come lavorare sul suo “futuro senza lavoro”

libro-ford-lavoroUn altro libro sullo sviluppo senza lavoro si affaccia all’attenzione. Martin Ford, imprenditore del software, scrive “Il futuro senza lavoro. Come prepararsi alla rivoluzione economica in arrivo“. Il sottotitolo significa che l’Autore ritiene possibile correggere il titolo.

I dati che mette in luce sulla tendenza alla riduzione di ore lavorate per la produzione di un reddito crescente sono noti ma qui ben raccolti e spiegati. La produttività che cresce molto più dei salari, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e soprattutto la polarizzazione della distribuzione del reddito con un aumento della quota riservata al profitto e una riduzione della quota riservata al salario, sono altrettanti fenomeni noti e qui ben descritti. Ma il vero valore del libro è nei capitoli che si occupano di spiegare le logiche tecnologiche che sottendono la trasformazione economica attuale. La mancanza di conoscenza delle tecnologie tende a spingere i lettori dei dati accennati sopra nella condizione disperata di chi ritiene ineluttabile il disastro sociale ed economico conseguente alla sfida organizzativa del tempo presente e del prossimo futuro: l’impressione di ineluttabilità discende dalla mancanza di conoscenze sulla complessità delle tecnologie dalla quale emergono i fenomeni citati e dalla conseguente concentrazione sul timore dei loro effetti diretti e lineari. Ma chi conosce le tecnologie può vedere che la loro applicazione alla vita reale può avvenire per vie e con modalità molto diverse, sicché le loro conseguenze possono essere molto differenti.

L’idea di fondo del libro consiste nella convinzione che una maggiore consapevolezza renderà più probabile ripensare il modo con il quale si applicano le tecnologie, aumenterà la domanda di riforma del contesto economico nel quale le tecnologie vengono usate, modificherà la traiettoria progettuale della società.

L’ineluttabilità, peraltro, è anche un’arma ideologica usata da alcuni tecnologi come i fondatori della Singularity University. Ford ne critica l’approccio irragionevole. Il capitolo a loro dedicato offre un’immagine della Singularity rispettosa ma molto controversa.

Con molta ragionevolezza, peraltro, Ford fa notare qual è la caratteristica del lavoro che si può sostituire con le macchine. Il concetto che suggerisce è molto potente: prevedibilità. I lavori sostituibili sono quelli prevedibili. Non male come sintesi.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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