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Oggi è il giorno della Dichiarazione dei diritti in internet

È passato giusto giusto un anno da quando è cominciato il lavoro della Commissione sui diritti in internet alla Camera dei Deputati, a Roma. E oggi si conclude.

Riunioni, ricerche, confronti internazionali, comitati ristretti, tante mail, tanti viaggi a Roma, una consultazione, molte audizioni, altri comitati e altre riunioni: la Dichiarazione è pronta, con le spiegazioni delle variazioni rispetto alla bozza. Probabilmente oggi verrà approvata dalla Commissione. E poi cercherà di ottenere una mozione favorevole in assemblea. E poi.. Si spera che prosegua la sua strada in un confronto europeo e internazionale, il vero contesto nel quale dovrebbe vivere una Carta dei diritti umani all’epoca di internet.

È stato un lavoro profondamente costruttivo, lontano dalle polemicuzze politiche, alto. Perché tutti i partecipanti hanno sentito che era una discussione importante e hanno superato la tentazione di farne uno strumento di piccolo cabotaggio. La leadership culturale di Stefano Rodotà, riconosciuta da tutti senza differenze di parte, ha guidato il lavoro. Il contributo di ogni singolo membro della Commissione si è fatto sentire. La presidente Laura Boldrini ha saputo mantenere viva la motivazione.

Le critiche sono state feroci per le incomprensioni generate dal contesto che non viveva la stessa dimensione. Si è visto nella Dichiarazione un velleitario tentativo di regolare internet e si è tentata la strada dell’indifferenza per affossare questa iniziativa.

Ma la storia era dalla parte della cultura cui la Commissione tentava di dare voce. Nel corso di quest’anno è cambiato il clima. Il presidente americano Barack Obama è intervenuto con grande forza a favore della net neutrality e ha modificato la traiettoria degli Stati Uniti in materia. L’Europa è uscita dal suo lavirinto e ha deciso a sua volta per la net neutrality, cominciando anche a parlare della necessaria interoperabilità delle piattaforme che servono a tutti nella vita digitale. La privacy è uscita dal mondo dei pochi sensibili alle sue sottili assonanze con la savaguardia della libertà ed è diventata un tema generalizzato, anche grazie all’azione di Edward Snowden. Tim Berners-Lee ha avviato la sua iniziativa per arrivare a una Magna Charta dell’internet. La consapevolezza della complessità delle conseguenze di ogni regola che riguardi l’ecosistema internettiano è cresciuta frenando un po’ lo stillicidio di tentativi normativi disordinati e parziali. La Camera ne ha preso atto arrivando a mettere nella riforma della Costituzione una norma che può aiutare a modernizzare la sua architettura informatica verso una forma standard e adatta all’epoca della rete. Chi ha visto la Dichiarazione come fumo negli occhi tacciandola di essere frutto di preoccupazioni di retroguardia non ha visto che il resto del mondo andava avanti e si è trovato a sua volta paradossalmente nel passato. Chi ha partecipato alla consultazione invece di snobbarla per affossarla ha visto che ogni contributo è stato considerato.

Ora resta da costruire il futuro, giorno dopo giorno. Con un poco di consavevolezza in più. A questo, in fondo, serve una Dichiarazione di principi. Perché qualche volta ci si accorge che il futuro è la conseguenza di ciò che facciamo, dunque della cultura con la quale prendiamo le decisioni.

Vedi le notizie di oggi sul sito della Camera. La Dichiarazione è qui.

Ps. La consultazione sulla Dichiarazione della Camera è stata realizzata grazie al lavoro volontario delle persone che hanno contribuito alla vita della Fondazione Ahref. Vorrei applaudire alla loro capacità e sensibilità. La consultazione sui diritti in internet è stata anche l’ultimo frutto della Fondazione Ahref, chiusa secondo me senza motivo per volontà del presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, e di chi lo consiglia. Le sue tecnologie continuano a essere utilizzate e rivendute alla Provincia dalla società in house Informatica Trentina che le ha ribrandizzate col suo nome gestendo le consultazioni locali. Informatica Trentina però non opera fuori dalla sua provincia. Il lavoro di ricerca e di azione continua per opera dell’associazione Media Civici. Ovviamente le valutazioni contenute in questo post e in questo post scriptum sono di una persona che ha partecipato con passione al percorso della Commissione e di Ahref. E per questo possono essere soggettive.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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