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Diritti umani e “robotici”

In un paese tanto sconnesso come l’Italia non ci rendiamo conto dell’eccellenza della nostra ricerca su argomenti che sembrano costruire il futuro e che di solito consideriamo appannaggio altrui. Nella robotica siamo invece dei costruttori di futuro. Per esempio la scuola di Pisa non perde colpi.

Questa settimana vengono presentati i risultati della ricerca RoboLaw. Il sito è una miniera di studi e conoscenze sull’organizzazione emergente e intelligente della società nei confronti della convivenza con i robot. Uno dei paper più recenti – Diritti umani, valori e nuove tecnologie. Il caso dell’etica della robotica in Europa (pdf) – è un esempio di attenzione in pieno spirito contemporaneo alla materia.

“Le nuove tecnologie rappresentano degli strumenti predisposti più che al dominio del reale, al dominio del sé, della soggettività. (…) Se pensiamo alle tecnologie NBIC (Nanotechnology, Biotechnology, Information technology, Cognitive science), le «tecnologie emergenti», ci accorgiamo che esse non producono cose, ma controllano informazioni necessarie per la riproduzione del reale, influenzando il senso del reale, attraverso la standardizzazione dei comportamenti e delle pratiche sociali, ma anche modificando l’immaginario e il rapporto che l’essere umano ha con se stesso.”

Questo cambia la prospettiva di coloro che ritengono la tecnologia come un semplice strumento che può essere utilizzato dalle persone. Gli umani usano la tecnologia, ma la tecnologia influenza gli umani.

“In virtù del controllo che esercitano sulle informazioni, le nuove tecnologie non rappresentano quindi solo forme di razionalità strumentale che definiscono il rapporto tra uomo e mondo, ma incidono anche su come sentiamo e pensiamo, e influenzano emozioni e giudizi. La vita di tutti i giorni a contatto con macchine e dispositivi è fatta di centinaia di gesti, dal linguaggio al comportamento, da cui traspare quanto le tecnologie entrino a far parte della soggettività. La tecnologia come strumento per raggiungere la felicità, per curarsi dalla malattia, per sconfiggere la sofferenza, per essere riconosciuti più belli e attraenti, sono tutte attese nei confronti dei prodotti tecnologici che li rendono oggetti di desiderio proprio per la loro capacità di mettere in relazione l’individuo con se stesso, di ri-creare un senso interrotto. È questa carica simbolico-affettiva della tecnologia, generatasi a partire dal bisogno umano di stare in rapporto con l’altro (e non da un mera pulsione individualistica e possessiva), che crea nell’uso delle nuove tecnologie i presupposti per nuove dipendenze patologiche (si pensi alla dipendenza da internet). Tecnologia e socialità; tecnologia e performance sportiva; tecnologie e creatività; tecnologia e identità; sono tutti binomi che mostrano quanto la tecnologia sia diventata determinate per la genesi della soggettività.”

Tutto questo aumenta l’urgenza di incrementare la consapevolezza di chi usa la tecnologia e di comprendere la responsabilità di chi la progetta, la insegna, la adatta alle circostanze della vita umana. Il paper è tutto da leggere.

Tra qualche giorno sarà presentato a Bruxelles il rapporto sulla ricerca pisana. Un comunicato stampa ricevuto in materia è un supporto veloce per avere un’idea del contesto pisano e della sua qualità. Eccolo:

Nell’ambito del progetto RoboLaw, la coordinatrice Erica Palmerini della Scuola Superiore Sant’Anna il 24 e il 25 settembre presenterà a Bruxelles le indicazioni delle linee guida europee sulla “regolazione” della tecnologia per garantirne lo sviluppo in conformità con i valori democratici

Robotica, arrivano le prime indicazioni etiche e giuridiche sull’utilizzo di veicoli autonomi, protesi, esoscheletri, sistemi chirurgici e per l’assistenza personale

PISA, 22 settembre. Le applicazioni robotiche saranno sempre più diffuse, lo sviluppo tecnologico non si arresterà e, dinanzi a questi cambiamenti la cui portata avrà un impatto rilevante sulla società, si sente la necessità di raccomandazioni di carattere etico e giuridico, come quelle arrivate dal progetto RoboLaw (FP7-Science in Society) coordinato da Erica Palmerini, docente di diritto privato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e sviluppato anche presso gli Istituti Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) e di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. Il “diritto della robotica” diventa quindi più concreto – grazie al progetto RoboLaw appena concluso – e i cui risultati saranno presentati da Erica Palmerini e da Andrea Bertolini, assegnista del Sant’Anna, giovedì 25 settembre presso la Commissione Europea, a Bruxelles. Il documento, su cui verterà la presentazione, è il prodotto finale della ricerca condotta per il progetto RoboLaw. Le linee guida contengono raccomandazioni di tipo etico e giuridico per “regolare” l’uso di applicazioni robotiche come veicoli autonomi, robot chirurgici, protesi, esoscheletri, robot companions, cioè robot usati soprattutto per l’assistenza personale.
Questo del 25 settembre non sarà l’unico impegno della missione a Bruxelles per Erica Palmerini (nel 2013 fu l’unica italiana a ricevere, proprio per RoboLaw, l’“Oscar della tecnologia, a New York) e per Andrea Bertolini, i quali avranno occasione di presentare anche le “Guidelines on regultating robotics”, linee guida per la regolazione della robotica. Il 24 settembre, infatti, Palmerini e Bartolini davanti ai parlamentari e ai funzionari della commissione Juri del Parlamento europeo, competente per gli affari giuridici e legislativi, terranno il seminario “Upcoming issues of EU law”. In quella sede affronteranno i problemi posti dalla regolazione della tecnologia soffermandosi sui profili di responsabilità, standardizzazione tecnologica e disciplina, offrendo indicazioni su come l’Unione europea potrebbe intervenire per favorire lo sviluppo di alcune applicazioni e del relativo mercato in conformità con i valori democratici fondamentali che la caratterizzano.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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