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Internet corre seri rischi ma si può salvare. Con la conoscenza

A forza di Nsa e manovre delle compagnie telefoniche americane la solidità di internet come territorio libero dell’innovazione e della possibilità di sfidare i sistemi consolidati sta subendo duri colpi. E l’opinione pubblica che difende la rete sembra stanca di combattere per i dettagli. Ma la guerra non è persa. Un pezzo di Nilay Patel (TheVerge) appare come un buon riassunto della situazione.

Il fatto è che non si può difendere la rete senza aumentare la scala della popolazione consapevole. Dunque la diffusione di informazioni in materia deve diventare molto più capillare. E i diritti connessi alla dimensione dell’innovazione devono assumere una rilevanza almeno pari ad altri tipi di diritti per raggiungere un nuovo equilibrio: tra copyright e nuovi mercati, tra privacy e trasparenza, tra apertura dei dati e riservatezza. Le forti spallate concettuali e pratiche di l’internet dei primi tempi è riuscita a dare alle condizioni consolidate hanno generato una reazione forte delle strutture conservatrici. L’opinione pubblica è stata investita da uno stillicidio di informazioni preoccupanti sulla rete e ciò che vi avviene. Le legislazioni sono state investite da uno stillicidio di nuove norme che intaccavano la certezza del diritto nel contesto internettiano. E l’onda di questi fenomeni si sente.

E’ ora di passare a un nuovo livello del dibattito. Post-ideologico.

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  • Per combattere una guerra – per usare il tuo termine – occorre essere consapevoli di chi è il tuo nemico o quanto meno avversario. Tu parli di “strutture conservatrici”, termine che non aiuta a capire. Due post più sotto evidenzi come Facebook sia tutt’altro che una struttura che salvaguarda i diritti dei cittadini digitali. È da annoverare tra le “strutture conservatrici”? E chi sono gli altri che le compongono?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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