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La nuova storia del content marketing

I brand hanno pensato di elaborare una nuova forma di marketing dedicandosi a finanziare e diffondere contenuti, storytelling, punti di vista, fatti, visioni. Come se fossero editori. Ne avevano l’opportunità, grazie alla rete. L’hanno colta.

Ora però di questi contenuti ce ne sono troppi. Un’inchiesta del Guardian ne dà conto. Si dice che i consumatori sono bombardati da 5000 messaggi di brand al giorno. Troppi per essere efficaci. I brand scoprono quello che gli editori hanno scoperto molto tempo fa: un’estrema minoranza dei contenuti ce la fa. Pareto docet. Per alzare le probabilità si devono aggregare i singoli contenuti in frame, contenitori, luoghi del senso. Per questo gli editori hanno ancora qualche chance. Vedremo se sapranno coglierla. Elaborando nuovi modi per fare partnership con i brand.

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  • Hanno detto ai brand di cavalcare questi trend e magari molti lo fanno senza convinzione, differenziarsi è sempre la chiave per qualsiasi scelta strategica altrimenti non si può pretendere attenzione.
    Dall’altra parte però c’è una grande indecisione (ed un pessimismo) sul native advertising ed in questo campo Google gioca un bel ruolo, qualcosa di più che un semplice arbitro.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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