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Cibo come bene comune

Un articolo interessante sulla dimensione dei beni comuni suggerisce che il cibo andrebbe considerato nella dimensione dei beni comuni (theBroker).

Si osserva nell’articolo che aria, acqua e cibo sono essenziali per la vita umana e sono soggetti a diversa interpretazione istituzionale. L’aria è prevalentemente pensata come un bene comune. L’acqua è di solito un bene comune ma spesso sta passando nella dimensione dello sfruttamento privato. Il cibo è prevalentemente privato, salvo i casi della raccolta in contesti naturali.

In effetti, i beni comuni non sono solo dati, ma anche consumati, rinnovati e prodotti. L’aria è prevalentemente prodotta da fenomeni naturali e protetta da decisioni umane. L’acqua è prodotta dalla natura ma spesso distribuita da organizzazioni umane nelle aree urbanizzate, il che la rende più adatta dell’aria all’iniziativa privata. Il cibo si forma di solito per sfruttamento di fenomeni naturali ma con forte intervento umano per moltiplicarne la quantità. Sicché il cibo generato dall’agroindustria, che è frutto di attività di mercato nella maggior parte, potrebbe essere pensato come frutto di attività di manutenzione e saggio sfruttamento delle risorse naturali nella logica dei beni comuni.

L’articolo suggerisce che il mercato è riuscito a moltiplicare il cibo ma non a eliminare la fame. Del resto questo non è riuscito neppure all’economia pianificata statale. La logica dei beni comuni applicata al cibo potrebbe in effetti aggiungersi all’agroindustria per correggere il risultato parzialmente ma non completamente positivo del sistema di mercato?

C’è dell’innovazione da realizzare anche in questo settore. Ma questa visione è una sfida interessante.

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  • un bene comune è individuato come tutti gli altri da due caratteristiche: se lo consumo io non potrai consumarlo tu, oppure no; posso essere escluso dal suo consumo, oppure no. Un bene si dice privato, come un gelato, se ha entrambe le caratteristiche; si dice pubblico, come l’illuminazione stradale, se manca di entrambe; si dice comune se nessuno può esserne escluso ma il suo consumo da parte mia impedisce a te di goderne. Livelli essenziali di alimentazione dovrebbero diventare beni comuni ovunque per imporre che le politiche contro la fame abbiano sempre la precedenza.

  • Sul nuovo numero di Focus, interessantissimo servizio sui falsi miti che riguardano il cibo… Sapevate che non è vero che le ostriche sono afrodisiache?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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