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Mary Kaldor e il dibattito su internet e democrazia a Strasburgo

Dice Mary Kaldor, Che insegna Global Governance alla London School of Economics, a Strasburgo: “La democrazia formale si è diffusa nel mondo negli ultimi anni. Ma i cittadini sono frustrati perché non sentino di poter influire davvero sulle decisioni che contano. Il punto è questo: la democrazia è il sistema che i cittadini hanno per influire nelle decisioni. E allora la domanda non è solo come internet può aumentare la capacità dei cittadini di influire. Ma inquadrata in un dibattito sulla riforma delle istituzioni nel senso che abbiano a loro volta un impatto su ciò che conta. L’Europa e le istituzioni democratiche devono operare per civilizzare la globalizzazione, proteggerci dal cambiamento climatico e dalla speculazione finanziaria. E allora i cittadini sentiranno che vale la pena di impegnarsi nell’influenzare le decisioni che si operano nelle istituzioni, anche con internet”.

Anche se il tema è chiaro, il dibatto è largo ma forse poco focalizzato. Ecco alcuni appunti raccolti al volo tra ieri sera e oggi.

Irina YASINA, Journalist and Civil Society Activist: “ci sono cittadini che non votano per le persone che pensano possano decidere correttamente ma per le persone più divertenti o per quelle che fanno le promesse più attraenti: ebbene, non dovrebbero avere diritto di votare. Prima dovrebbe venire l’educazione. In Russia è sempre più difficile: ora chi accetta soldi dall’estero sarà considerato “agente straniero”. Anche se i suoi scopi sono nel miglioramento dell’educazione dei cittadini”.

Lois BECKETT, reporter for ProPublica covering the intersection of big data, technology and politics: “tra le petizioni più popolari c’è la richiesta di finanziare la costruzione della morte nera di star wars per creare lavoro”.

Adam NYMAN, Director of Debating Europe: “fare crescere la consapevolezza e l’educazione in modo graduale e organico”.

Dal pubblico. Dall’Ucraina: “l’informazione è il denaro della democrazia”. Da Marocco e Tunisia: “fare democrazia è solo strumento, se diventa il fine conduce a errori, visto che è stato fatto e ora la popolazione soffre”. Dalla Cina: “Decisioni sembrano prese non tanto da comunità ma piuttosto da corporations. Come si rafforza la democrazia?”

Mikhail FEDOTOV, Advisor to the President of the Russian Federation and Chairman of the Council of the President of the Russian Federation for Civil Society and Human Rights: “Occorre una graduale crescita della democrazia. Le costituzioni sono state fatte all’epoca della stampa. Ora il mondo è cambiato, siamo nell’epoca di internet, ma le costituzioni non sono cambiate. Come si regola internet? Per legge, soprattutto
per autoregolamentazione, ma anche per puro e semplice codice software. Oggi chi controlla internet? L’Icann”.

Robert WALTER, Member of Parliament, United Kingdom, Chairperson of the
European Democrat Group in the Parliamentary Assembly of the Council of Europe: “Internet fa emergere grandi cambiamenti. Le petizioni sono talvolta interessanti talaltra poco serie. Ma il tema è la qualità delle istituzioni”.

Adam Nyman, direttore Debating Europe: “Internet come diritto umano”. Robert Bjarnason cofondatore Citizens Foundation Islanda: “Internet è commons”.

Altre questioni dal pubblico. “Internet non serve dove le persone sono così povere che non possono accedere”. “Occorrono istituzioni globali, con un mezzo di comunicazione globale, per fronteggiare problemi globali”.

Il dibattito continua..

Mary Kaldor conclude: “La democrazia rappresentatita era pensata per evitare che le decisioni fossero prese da persone ignoranti e dominate dal pregiudizio. Ma da esperti. Con internet il problema non cambia. Il problema è che le democrazie rappresentative vanno migliorate perché facciano quello per cui erano state pensate. Occorre per l’Europa un ritorno di politica: senza questo l’Europa sembra burocratica mentre la burocrazia europea è più piccola di molte burocrazie nazionali: il fatto è che la burocrazia europea non si confronta con una grande politica europea. Internet non è una forza priva di ambiguità: può portare avanti istanze democratiche oppure razziste. La democrazia però va riformata. E talvolta mi trovo piuttosto pessimista in proposito”.

Viene presentata in un un lab la piattaforma irlandese CiviQ. Raccolta di istanze, consultazioni, deliberazioni. Parte dalla critica della definizione di opinione pubblica basata sui sondaggi, si sviluppa nella critica delle raccolte di opininioni via mail e arriva a produrre un processo che arriva alla decisione. CiviQ tiene conto delle opinioni emergenti con la logica degli open data.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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