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Agenda digitale, strategia del governo, prospettiva dell’Italia. E un messaggio dall’Emilia Romagna

L’agenda digitale del governo italiano, della commissione europea, delle regioni più avanzate, è in realtà una prospettiva per tutti gli italiani. Non per niente: si tratta semplicemente del percorso necessario per ricostruire le condizioni dello sviluppo e dell’innovazione del paese.

Non deve essere la visione degli uni contro gli altri, ma un programma di lavoro sul quale si impegnano tutti: governo, pubblica amministrazione, imprese, cittadini. È ovvio che qualcuno la teme, molti la capiscono poco, alcuni la vedono con la nostalgia di chi pensa solo a una serie di treni già passati. Ma ci sono sempre nuovi treni da prendere, con umiltà di chi sa che senza lavoro, conoscenza, pratica e visione, non si niente. L’aria che tira è nuova. Ma non è l’aria che tira a creare le condizioni del rinnovamento. È lo sforzo e l’impegno di tutti.

Quando capiscono l’obiettivo, gli italiani riescono a raggiungerlo, magari arrivando un secondo prima che sia troppo tardi. Ma in questo caso devono capire un obiettivo di lunga durata, da costruire passo passo.

E dunque occorrono obiettivi intermedi. Francesco Caio ha suggerito anagrafe, identità e fatturazione elettronica per rendere più efficiente la macchina dello stato. In un tempo ragionevole, forse nell’ordine dei 18 mesi, si possono raggiungere, sempre che si mantenga la rotta.

Molti vedono nel nuovo contratto di servizio della Rai una tappa fondamentale per avviare il servizio pubblico a sostenere concretamente lo sforzo di modernizzazione del paese, dal punto di vista culturale. Tanti vedono nella razionalizzazione delle reti di telecomunicazioni un passaggio decisivo. E poi tantissimi ritengono che si debba accelerare la semplificazione delle condizioni per la nascita di imprese innovative. Il programma Destinazione Italia deve poi servire all’attrazione di capitali e talenti. Le strategie della scuola e della ricerca devono sostenere l’investimento nella generazione di conoscenza. E c’è molto altro in fieri.

Oggi il presidente Enrico Letta ha parlato di alfabetizzazione, lavoro, mercato unico europeo delle telecomunicazioni. Ha sottolineato che crede nella via digitale per la riforma dello stato.

Ma ormai è ora di prendere la questione ancora più analiticamente. Perché non si deve avere paura di articolare la questione con una visione che va oltre il ciclo elettorale. E dunque oltre le sintesi giustamente strategiche. A questo punto, un lavoro analitico diventa necessario a fare dell’agenda digitale l’agenda operativa di tutti e non solo il suo annuncio.

Un esempio viene dall’articolazione scelta dall’Emilia Romagna che oggi ha riassunto il suo modo di interpretare l’occasione offerta dall’agenda digitale:

Agenda digitale, l’assessore Peri: “Necessaria una Costituente governo-Regioni”. In Emilia-Romagna nuovo comitato scientifico con esponenti della scena digitale nazionale, del mondo dell’università e della ricerca

Bologna – Una vera e propria “Costituente digitale”, formata dal governo e da tutte le Regioni, in grado di riportare l’attenzione a livello nazionale sui temi dell’Agenda Digitale e pianificare i passi necessari per colmare il divario con il resto d’Europa. E’, in estrema sintesi, la proposta dell’assessore alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali della Regione Emilia-Romagna Alfredo Peri. “E’ necessario mettere a punto un’immagine del Paese e dei territori regionali al 2020, e di conseguenza trovare convergenza e coerenza nelle azioni intraprese dai diversi attori, istituzionali e non – sottolinea Peri – . La proposta è realizzare un percorso di confronto ampio e differenziato, che permetta di perfezionare gli obiettivi delle pianificazioni strategiche, nazionali e locali, e identificare le azioni che vanno messe in campo per colmare il divario rispetto agli altri Paesi europei”. In un’ottica di Costituente digitale, l’Emilia-Romagna potrà avvalersi del contributo che verrà dal nuovo comitato scientifico di cui fanno parte esponenti della scena digitale nazionale, del mondo dell’università e della ricerca: Gabriele Falciasecca, presidente del Comitato, Rita Cucchiara, Giusella Finocchiaro, Luca De Biase, Mario Calderini, Maurizio Napolitano, Damien Lanfrey. “In Emilia-Romagna – prosegue l’assessore – ci si è orientati sulla creazione di infrastrutture. Stiamo parlando non solo delle classiche infrastrutture di rete, ma anche di piattaforme comuni e di servizi in grado di servire l’intera comunità della pubblica amministrazione regionale. Da qui l’esperienza della community network dell’Emilia-Romagna, che rappresenta una rete di relazioni e cooperazione dove tutti stanno insieme e di cui fanno parte tutti gli enti locali. Allo stesso modo si sta costruendo un network di relazioni chiamata SmartER che vede già il coinvolgimento di enti pubblici, centri di ricerca e università e mondo delle imprese. Su questo la Costituente – conclude Peri – non potrà che incidere positivamente portando al tavolo del confronto tutti i soggetti interessati a cooperare allo sviluppo del territorio”

“In Emilia-Romagna sono oramai più di dieci anni che il territorio (non solo l’Ente Regione) si è dotato di una pianificiazione in materia di società dell’informazione (anche poi con l’importante approvazione della Legge Regionale 11/2004). Inizialmente si è trattato di azioni veritali finalizzate a migliorare le dotazioni tecniche e l’informatizzazione delle amministrazioni poi si è passati ad interventi più strutturali per arrivare ad oggi ad una vera e propria Agenda Digitale regionale (che per noi si chiama Piano Telematico dell’Emilia-Romagna) che partendo dalle peculiarità del territorio emiliano-romagnolo contestualizza gli obiettivi europei in nuovi “diritti di cittadinanza digitale” [1- diritto di accesso alla rete tecnologica; 2- dirittto di accesso all’informazione e alla conoscenza; 3- diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese; 4- diritto di accesso ai dati; 5- intelligenza diffusa nel territorio urbano].

Nel corso degli ultimi due anni Regione ha anche supportato le città più grandi della regione (tutti i dieci Comuni capolugo di provincia: PC-PR-RE-MO-BO-FE-RA-FO-CE-RN) e alcune Unioni di Comuni e Comuni di medie dimensioni nella definizione di proprie Agende Digitali Locali (ADL), secondo un modello condiviso e in coerenza agli obiettivi regionali, nazionali ed europei. Entro i primi mesi del 2014 saranno approvate circa 15 Agende Digitali Locali per una popolazione interessata di circa 2M di abitanti. Le ADL sono per Regione uno degli strumenti che contribuiranno alla re-definizione dell’Agenda Digitale regionale garantendo elevati livelli di allineamento strategico tra i diversi livelli di governo e aumentando di molto la consapevolezza e le competenze collegate ai temi del “digitale” (trasversali per definizione).

A Smart City Exhibition lo scorso 17 ottobre è stata lanciata dall’Assrssore Alfredo Peri l’idea di avviare una nuova fasedi Costituente Digitale, anche con il supporto dei componenti del nuovo Comitato Scientifico, che ha lo scopo di richiamare l’attenzione a livello nazionale sui temi dell’Agenda Digitale e delle Smart City come elementi chiave per lo sviluppo culturale, economico e democratico dei territori e delle comunità locali. Il punto centrale del confronto – dichiara l’Assessore Peri – sono per noi i nuovi “diritti di cittadinanza digitale” che, in quanto “diritti”, implicano una posizione non neutra allo sviluppo della società dell’informazione spingendo su equità e pari dignità di tutti i territorio. Serve, infatti, focalizzare una visione del Paese e dei territorio regionali al 2020 e di conseguenza trovare convergenza e coerenza nelle azioni intraprese dai diversi attori istituzionali e non. Si lavorerà al fine di proporre un ampio e differenziato percorso di confronto (articolato in incontri ed attività) con stakeholders istituzionali e non (EU, Governo – AgDI e Caio, CISIS, Regioni, Comuni, Unioni di Comuni e realtà associative, Associazioni di imprese e industrie, cittadini, community on line e terzo settore) che permetta di perfezionare gli obiettivi delle pianificazioni strategiche nazionali e locali e identificare meglio le azioni ad elevato impatto che vanno messe in campo per colmare il GAP con il resto d’Europa.

A Smart City Exhibition ho avuto modo di condividere questa idea anche con Franceco Caio, delegato del Presidente del Consiglio sul tema Agenda Digitale, e come era già stato con Agostino Ragosa, direttore Agenzia per l’Italia Digiale, ho trovato interesse e disponibilità.

La nostra Agenda Digitale regionale oltre che agire sul fronte dell’offerta prevede interventi che hanno impatto rilevante sulla “domanda” in particolare importanti azioni come quelle dedicate all’alfabetizzazione digitale con progetti come “pane e internet” che in questi anni ha formato oltre 13.000 cittadini. Gli interventi sulle competenze digitali in ambito scolastico e sulla nuova didattica mediata dalle tecnologie, con particolare attenzione alle scuole di montagna. Gli interventi di predisposizione di punti di accesso wifi nei Comuni del territorio che diventano elemento avilitante domanda di contenuti e nuovi servizi.

L’effetto combinato di azioni di contrasto al digital divide e di supporto alle competenze minime necessari per fruire della Rete trovano la Regione in linea con gli obiettivi EU di avere tutti i cittadini coperti da servizi a banda larga almeno a 2Mbts entro il 2013 ed evidenziano ancora un GAP da colmare per quello che riguarda il numero di cittadini che accedono alla Rete frequentemente.

Sicuramente negli anni qualche errore è stato fatto e alcune risorse sono state spese non ottimamente, anche e non poco da parte dei Governi nazionali che spesso non hanno trovato formule efficaci di finanziamento delle progettualità. In Emilia-Romagna ci si è orientati sulla creazione di infrastrutture. Stiamo parlando non solo delle classiche infrastrutture di rete, ma anche di piattaforme comuni e di servizi che potessero essere di servizio all’intera comunità della PA regionale. Da qui l’esperienza della community network dell’Emilia-Romagna, che rappresenta una rete di relazioni e cooperazione dove tutti stanno insieme e di cui, aspetto fondamentale, fanno parte tutti gli EELL dell’Emilia-Romagna. Allo stesso modo si sta costruendo un network di relazioni chiamata SmartER che vede già il coinvolgimento di enti pubblici, centri di ricerca e università e mondo delle inprese. Su questo la Costituente non potrà che incidere positivamente portando al tavolo del confronto tutti i soggetti interessati a cooperare allo sviluppo del territorio.

Tutta questa azione si avvarrà del contributo scientifico e di proposte che verrà dal nuovo Comitato Scientifico a supporto della Giunta Regionale di cui fanno parte rilevanti esponenti della scena digitale nazionale, del mondo dell’università e della ricerca. Sono sette esperti a cui Regior chiede contributi sia in termini di proposte strategiche che di progettualità e con cui vuole aprire al confronto con le comunità di utenti, professionisti e cittadini attive in Rete e sul territorio. Questi i nomi dei componenti: Gabriele Falciasecca, Presidente del Comitato, Rita Cucchiara, Giusella Finocchiaro, Luca De Biase, Mario Calderini, Maurizio Napolitano, Damien Lanfrey.”

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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