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Ipertinenza di Derrick de Kerckhove

Ipertinenza. Un gioco di parole che richiama l’opposto dell’impertinenza. Un concetto, l’ipertinenza, che con il suo “iper” suggerisce un senso di estrema pertinenza. E si usa per comprendere un aspetto di quello che succede nella cultura pervasa dalle conseguenze della rete. Soprattutto nella sua evoluzione che l’internet mobile favorisce: la fusione della connessione digitale con il territorio e l’ambiente.

Non ha più alcun senso, se mai ne ha avuto, parlare di separazione tra il “virtuale” e il “reale”. Le persone sono immerse in un ambiente arricchito dalla rete e reagiscono alle condizioni che si verificano anche in base all’estensione delle capacità cerebrali generata dalla disponibilità degli strumenti digitali connessi. Un elemento del successo delle nuove sollecitazioni culturali emergenti e una strada per interpretarle è dunque la loro “ipertinenza”: la loro capacità connettiva, pratica e concettuale, la loro contestualizzazione, la loro adottabilità dalle persone che le riconoscono come liberatorie e generative del ruolo attivo di ciascuno nell’ecosistema dell’informazione e dell’innovazione.

Derrick de Kerckhove ne ha parlato ieri a un convegno organizzato dalla banca Intesa

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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