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L’esperienza ecologista può servire all’economia. E alla politica

Ancora vaghe intuizioni. Ma perché non tentare di elaborarle, scrivendone?

Ci sono voluti cinquant’anni, ma la sensibilità ecologica si è moltlo diffusa: era minoritaria, è maggioritaria.

Questa sensibilità conduce a pensare che il comportamento del singolo ha un’influenza sulla qualità dell’insieme che a sua volta avvantaggia il singolo. Io posso assumere un comportamento ecologicamente sano, so che con questo comportamento contribuisco davvero alla qualità dell’ambiente e mi rendo conto che questa qualità dell’ambiente è un vantaggio per me.

Questo approccio funziona se si è assorbita la cultura del bene comune e dei beni comuni. Se si è compreso che in un sistema complesso ogni elemento è davvero connesso a ogni altro e il suo contributo conta davvero. Se è chiaro che il progresso del sistema è il principale motivo di credibilità per il progresso del singolo.

Questo approccio non è ancora diffuso nel mondo dei media, nell’economia e nella politica. Ma potrebbe diventarlo.

Aggiungere inquinamento al sistema dei media per ottenere un vantaggio immediato personale ma a prezzo di peggiorare la qualità dell’informazione complessiva è un errore che una sensibilità ecologica ha superato per quanto riguarda l’equilibrio ambientale e che ancora non è superato nel quadro dei media. La consapevolezza della conoscenza come bene comune è ancora scarsa. E quindi è scarsa la consapevolezza che il miglioramento del sistema dipende da ogni gesto individuale e porta vantaggio a ogni individuo.

Come non vedere che lo stesso problema attiene all’economia e alla politica? La felicità del singolo non può esistere senza la felicità degli altri, ma l’economia tradizionale non sembra tenerne conto, come se non vedesse che l’inquinamento iperfinanziario e iperconsumista genera un peggioramento dell’insieme e dunque una difficoltà per molti singoli. Il senso civico come bene comune non è al centro del sistema politico: mentre la qualità del senso civico è frutto dei gesti di ciascuno e porta vantaggio a ciascuno.

Forse appare difficile questo approccio. Era più facile pensare che il singolo lavora, guadagna, consuma ed è contento. Ma era facile solo perché non si teneva conto delle esternalità negative. Se si tiene conto delle esternalità occorre cambiare registro mentale. Ma alla fine ci si arriva. Occorre: senso del bene comune, chiarezza del contributo di ciascuno, esperienza della relazione tra il vantaggio del sistema e il vantaggio del singolo. Ci si arriverà.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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