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Senato. Grasso presidente. Scelte senza espulsioni. Non è mai troppo tardi per imparare a decidere insieme

Dicono che la piattaforma per le decisioni trasparenti ispirata al Liquid Feedback usato dai pirati tedeschi, arriverà tra qualche tempo nel mondo M5S. Se ne avverte il bisogno per tutto il sistema e non solo per quel movimento. Perché in un contesto parlamentare privo di maggioranze chiare, le mosse dei leader possono assomigliare a una partita a scacchi tra quattro o cinque giocatori diversi, ma non è detto che riescano a tenere compatti i loro gruppi: quando le scelte si fanno difficili, con molte variabili in gioco, le riflessioni e le discussioni dei singoli parlamentari possono ampliare il fronte delle scelte possibili attraverso prese di posizione personali. È uno scenario implicito in qualunque operazione che possa potrare avanti questa legislatura (sia nel caso che si faccia un governo privo di una maggioranza chiara e si vada avanti con una nuova centralità del parlamento, sia nel caso che si faccia un governo con una maggioranza risicata).

Se le relazioni tra i partiti, i leader e i parlamentari saranno improntate alla convenienza in vista delle prossime elezioni, tutto sarà bloccato e le prossime elezioni diventeranno la scelta emergente. Se si troverà il modo di decidere intelligentemente, si potranno fare scelte di progresso con questo parlamento. Il risultato di questi dilemmi dipenderà dal più o meno diffuso pragmatismo dei leader e dalla focalizzazione del senso di servizio dei parlamentari, che può essere rivolto al loro partito o al popolo italiano.

Sta di fatto che per decidere in una condizione così occorre razionalizzare il processo e superare la banalità del metodo tradizionale (discussioni più o meno infinite, scelte dei leader, votazioni a maggioranza), per passare a un sistema capace di fare emergere le idee “migliori”. E il supporto della rete in questo non dovrebbe essere dimenticato. Le piattaforme per le decisioni condivise non vanno confuse con la democrazia diretta per la quale su ogni decisione sono chiamati in causa tutti i cittadini. Ma possono essere intese, se sviluppate con competenza, come supporto per fare emergere le istanze e le soluzioni più condivisibili e intelligenti. Chi studia da tempo, con profondità logica e sensibilità umana il problema delle decisioni e dei sistemi di voto può offrire spunti importanti a questo proposito come dimostra il lavoro di Pietro Speroni di Fenizio. Qui sotto una lezione da lui tenuta ad Ahref (circa 90 minuti).

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update: via @batpad un contributo di webeconoscenza:

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  • Folgorata dal video allegato, mi chiedo: che le domande aperte della democrazia elettronica/partecipativa implichi un qualche superamento/riorientamento della logica binaria a favore di quella, ad esempio, fuzzy?

  • la domanda è se un movimento che nasce attorno alla rete può attendere la nuova piattaforma? nel senso se non nasce profondamento segnato dalla piattaforma e dalle procedure che lo hanno visto nascere. Se analizziamo le forme e i contenuti di M5S ci pare singolare vedere come Casaleggio e Grillo abbiano usino per il movimento una piattaforma di 12 anni fa, estremamente rigida, e sostanzialmente unidirezionale. Uno strumento che ha plasmato il movimento in base ad una funzione da broadcasting e non da browsing.Ora si annuncia un salto tecnologico che nel caso del movimento diventerebbe politico e culturale. Ma ad appoggiarsi all’eventuale nuova piattaforma sarebbe un movimento con un imprinting che gli viene non da un codice ideologico ma proprio da un modello digitale che fino ad oggi lo ha profondamente segnato.Si conferma che nel digitale la forma e il contenuto coincidono e creano una dialettica del tutto inedita.Su questo andrebbe aperta una discussione

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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