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«Consiglio dei ministri come un seminario»

La descrizione del Consiglio dei ministri di oggi letta sulla Stampa è azzeccata e promettente. Non sarà tanto un consiglio di ministri ma una sorta di seminario. In effetti, più che prendere decisioni, i ministri e il loro presidente si devono aggiornare a vicenda, devono pensare a come prendere decisioni compatibili con i vincoli di bilancio ma anche capaci di avere un impatto sulla crescita e la ripresa economica: insomma, devono fare un po’ di riflessione vera, quasi ricerca.

La premessa non è certamente nel fatto che non potendo spendere allora ci si deve accontentare di idee a costo zero orientate alla semplificazione. Al contrario: ci si deve concentrare sulle idee che semplificano perché queste uniscono le persone in una prospettiva più chiara e liberano risorse. Infatti, una quantità di regole complicate si è sedimentata in Italia proprio a causa delle divisioni in corporazioni e centri di potere, ciascuno dei quali ha ottenuto il suo privilegio o la sua posizione di rendita, complicando la vita a tutti gli altri.

Da questo discende che l’elaborazione da produrre con il “seminario” di oggi è quella di una prospettiva che accomuna le persone e le aiuta a vedere da che parte andare, come investire le loro energie.

E solo in terzo luogo si tratta di cercare i mezzi per incoraggiare le energie così evocate ad andare nella direzione giusta. Anche investendo in infrastrutture, ci mancherebbe. Ma anche investendo in idee. Non ce la facciamo solo con le pur indispensabili – indispensabili! – infrastrutture. Catalizzando le idee e le energie delle persone in una prospettiva che unisce si possono attivare le forze anche di coloro che dovranno generare i contenuti della ripresa: le start-up, le nuove forme di educazione e ricerca, i nuovi business sociali e così via.

Se togliamo di mezzo l’idea che le decisioni del governo debbano essere un insieme di favori a questa o a quella categoria, ma un sistema per rivitalizzare la convivenza e l’energia ricostruttiva di tutti, possiamo ricominciare a discutere in modo interessante.

Vedi anche:
Crescita, start-up, muri di gomma
Innovazione e rendita
I prossimi vent’anni per la ricostruzione di senso

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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