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Dave Winer, Branch, Medium e le trappole per contenuti

Che cosa facciamo con le informazioni che mettiamo su Facebook, Twitter e così via? Regaliamo valore a piattaforme che lo ingabbiano ai loro fini? Partecipiamo da protagonisti a un gioco di intelligenza collettiva? Siamo condotti dalle dinamiche di gruppo in una direzione che non conosciamo? Domande che non cessiamo di porci.

[hang1column]Le nuovissime piattaforme e le esplorazioni di Dave Winer[/hang1column]

Immagini alternative di un mondo che cerca ancora le sue metafore ricostruttive: fiumi di messaggi che vanno dove li porta il flusso; silos che immagazzinano e privatizzano i pensieri di chi cerca un modo facile per comunicare; connessioni imprecisate di atomi di idee dotate di metadati che qualcuno userà come vuole. Dave Winer è un pioniere dei blog, uno che vede lontano e uno che costruisce intorno alle sue visioni. Seguirlo significa dare uno sguardo nelle ipotesi che si forma un costruttore di futuri possibili nella dinamica della conoscenza. Non è facilissimo peraltro.

Winer reagisce all’uscita di Branch e Medium. E trova nel secondo servizio il motivo di accettare un compromesso con i suoi principi. Perché ci vede qualcosa di importante. Una sorta di comunità di blogger dove i tag non sono etichette che si aggiungono ai post, ma sono stimoli che invitano a scrivere un post. Forse può servire all’emergere di un’agenda civica? Winer non si pone il problema. Sta di fatto che ha l’impressione, da sviluppatore, di qualcosa di nuovo: semplice, aperto, potenzialmente diverso dalla solita piattaforma che si trasforma in una “trappola per contenuti”.

Forse è semplicemente la sua speranza. Sempre più chiaramente stiamo cercando modi per fare informazione e comunicazione online che non siano basati sull’utilizzo di piattaforme che espropriano gli autori-lettori della loro identità e del loro pensiero. Che riconfigurano l’equilibrio tra l’insieme collettivo e le persone.

E per chi vuole, ecco i link per questa discussione oltre il confine del comprensibile, perché è tutto un insieme di puntini che cercano chi li sappia unire:
New, new, new, di Dave Winer
Medium, di Evan Williams
Winer prova Medium, di Dave Winer
Branch

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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