Home » partecipazione » Nomine Agcom: la trasparenza, la rete e le decisioni
partecipazione

Nomine Agcom: la trasparenza, la rete e le decisioni

Sarebbe stato bello vedere un’innovazione nella modalità di raccolta delle opinioni sulle nomine delle grandi Autority in scadenza, per non parlare della Rai. Dell’Agcom si detto molto. Per le altre istituzioni si è detto ancora di più. Probabilmente, c’è stata un’innovazione di metodo della quale nessuno può conoscere la forma: pensando alle caratteristiche dei ministri, si può essere realisticamente convinti, infatti, che la selezione non sia avvenuta solo in base a equilibri di potere ma anche tenendo conto della competenza e qualità di chi sarà chiamato a ricoprire i delicatissimi e sofisticatissimi incarichi dei quali si parla.

Il fatto peraltro che non se ne sappia molto non fa che alimentare l’esigenza di partecipare dei cittadini, specialmente, com’è ovvio, di quelli che sono più sensibili all’importanza decisiva dell’ecosistema dei media. Questi, a loro volta, hanno accesso alla rete e si fanno sentire, via blog, Twitter, Facebook e altro.

Ci si rende conto che tutto questo non è ancora un dialogo, né una forma istituzionalizzata di partecipazione alle scelte. Ma in qualche caso non è neppure attivismo. Gli esempi più incoraggianti sono quelli che si potrebbero interpretare come disponibilità al dialogo da parte dei cittadini e apertura all’ascolto da parte del Governo: ce ne sono stati diversi casi, nei giorni scorsi, dalle candidature emergenti dalla rete di alcuni esperti, come Maurizio Dècina o Stefano Quintarelli o altri, all’Agcom; e dall’altra parte, le consultazioni aperte dal Governo in materia di valore legale della laurea, risparmi nella pubblica amministrazione e agenda digitale. Sono accenni di dialogo. Che se restano tali però rischiano di trasformarsi in forme di promozione unilaterale delle idee o delle posizioni, generando qualche possibile delusione. Ovviamente, in queste cose, nessuno nasce con la verità in tasca. E le prove sono importanti per maturare. Sarà bene che se ne faccia tesoro.

Una democrazia della partecipazione è possibile. Ne vanno riconosciute le forme e le modalità giuste. Un lavoro tutto da fare. Che la routine quotidiana non dovrebbe soffocare. Per il bene di tutti.

Vedi anche:
Rodotà: democrazia e tecnologia
L’intelligenza collettiva e la democrazia
La maturazione del rapporto tra internet e democrazia
Internet e democrazia

Intanto sull’Agcom: ricostruzione del Post; commento di Juan Carlos De Martin, notizie dal Corriere. Un post di Pierani.

Un classico: Emergent Democracy, di Joi Ito. Un archivio di aggiornamenti.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi