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Le lezioni di Rodotà. (L’offerta crea la domanda di educazione?)

Diceva un ricercatore del Censis che i ragazzi tendono a pensare che imparano soprattutto dai loro pari, mentre la scuola è più un dovere e il lavoro non è collegato a ciò che apprendono. Ne emerge una dimensione dell’apprendimento slegata dalla prospettiva di vita futura e collegata soprattutto alla vita sociale attuale.

Ma Stefano Rodotà ha testimoniato ieri la sua esperienza in proposito. Andando a fare una lunga serie di lezioni nei licei italiani davanti a centinaia di ragazzi ha scoperto nei giovani un’attenzione e un bisogno di spiegazioni straordinario.

Significa che anche nell’educazione l’offerta influisce sulla domanda.

O meglio. Il bisogno di imparare a comprendere il mondo a largo raggio e in profondità è enorme. Se la scuola non offre una soluzione o se viene delegittimata o se non riesce a connettere il suo servizio a una prospettiva di vita futura, i ragazzi tendono ad arrangiarsi tra loro e a soddisfare il bisogno di conoscere ed esplorare condividendo le loro esperienze immediate. Ma se qualcuno offre una prospettiva che cattura la loro attenzione sono disponibili ad ascoltare.

Il bisogno di una narrazione del futuro o almeno di una descrizione della prospettiva che abbiamo di fronte è un’esigenza urgente, enorme, profondissima. Il futuro è il mondo che costruiamo. A partire da come ce lo raccontiamo.

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  • ” i ragazzi tendono a pensare che imparano soprattutto dai loro pari, mentre la scuola è più un dovere e il lavoro non è collegato a ciò che apprendono. Ne emerge una dimensione dell’apprendimento slegata dalla prospettiva di vita futura e collegata soprattutto alla vita sociale attuale ”
    nella scuola se ne discute dal 2006 vedi ad esempio nel Convegno http://slidesha.re/JfdIr4
    “I giovani non si percepiscono come soggetti passivi del mondo informatico, ma come protagonisti attivi della produzione dei contenuti da scambiare e condividere: partecipazione e condivisione.”
    Prof Pauletto

Luca De Biase

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