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Perché possiamo non dirci jobsiani. And move on

La celebrazione della vita di Steve Jobs alla Apple è stata un rito fenomenale, commosso e commovente, in onore di un uomo eccezionale, di fronte alla cui vita in molti si sono riuniti in ammirazione. Il video si può vedere sul sito della Apple ed è uno straordinario spettacolo. Ci sono gli amici, c’è Nora Jones, c’è Al Gore e molti altri ospiti. Un gesto culturale profondamente americano applicato a un momento umano importante.

Il rito costeggia le due possibilità che l’iTeam, la squadra costruita da Steve Jobs, può cogliere ora. Una è sbagliata. Una è giusta.

La prima è vivere nel ricordo di Steve. Pensare di continuare la sua opera. E costruire una sorta di religione laica intorno all’eredità del pensiero, dei valori e delle opere di Steve Jobs.

La seconda è assorbire profondamente l’esperienza di Steve Jobs, interpretarla, e andare avanti. Move on.

Il rito continua a dichiarare con i gesti e le emozioni che per la Apple questa è la scelta. Quello che stanno facendo ora costruisce quello che sarà. Il pericolo è che scelgano la prima strada. Sarebbero affari loro, in fondo, se non fosse che l’insegnamento è per tutti.

Steve Jobs, campione di empatia, lo aveva previsto, questo momento. E disse a Tim Cook poco prima di morire: «Adesso non vivere cercando di immaginare quello che avrei fatto io. Invece, sii te stesso: fai quello che è giusto fare».

Tutto di Jobs insegna che non si può vivere tentando di essere Jobs, o chiunque altro. La sua meravigliosa frase resta: «Il tempo che avete è limitato. Quindi non sprecatelo vivendo una vita scritta da altri. Siate gli autori della vostra vita». Ecco, per questo possiamo non dirci jobsiani. E una volta detto, move on.

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  • Troppo belle le parole di Jobs, non cercare di essere quello che gli altri sperano da noi penso sia una meta da raggiungere per tante persone come me, che dopo tutti questi anni, non ho ancora capito come fare a controllare la mia strada.

  • eh si l’ho pensato anch’io nei giorni scorsi ed aspettavo che qualcuno lo dicesse ma pare che di TUTTI gli “esperti” di Jobs a nessuno fosse venuto in mente finora. Ho detto su FB che sono molte di più le aziende che non sono sopravvissute al loro forte fondatore di quelle in cui l’imprenditore ha saputo infondere una struttura per continuare ed anzi crescere di più, vedremo…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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