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Fiction Buon Paese: questa volta sembra nell’angolo – come se la caverà? (pessima sceneggiatura)

Nella puntata precedente, la fiction Buon Paese – qualcuno dice che il nome sia stato imposto dallo sponsor – è arrivata a un punto cruciale. Effettivamente lo share è abbastanza elevato, anche se i dati assoluti di ascolto non riescono più a raggiungere le folle oceaniche di qualche decennio fa. Ma gli autori ci stanno dando dentro.

Questa volta il premier italiano non se la sta cavando facilmente. È all’angolo. E quelli che gli stanno addosso non sono tipi da mollare. Da lui non vogliono altro che un minimo di decisioni, come se fosse un capo di governo vero. Se pensa di svicolare con una battuta, una frase indignata e l’attribuzione ad altri della responsabilità di decidere (la Lega, Bini Smaghi, la classe dirigente…) probabilmente questa volta si sbaglia.

Gli autori lo hanno messo in chiaro, con una scenetta tra due capi di stato stranieri.
 
Il problema evidente a tutti gli spettatori, nazionali e internazionali, è che questa volta il premier o decide o si toglie di mezzo. E lui tenta di non fare né l’uno né l’altro.

Nella prossima puntata, occorre una svolta. E gli autori si stanno interrogando su come possono creare qualcosa di credibile. Come fanno a farlo togliere di mezzo? O a farlo decidere? In una pausa per il caffè hanno lasciato le loro ipotesi sul tavolo. E questa intercettazione consente di dare uno sguardo a come potrebbe evolvere la fiction.

1. Togliere di mezzo il premier

a. Un governo che si reggesse sulla compravendita di parlamentari è legale? Se non lo è e questo può essere provato si può sciogliere e sostituire?
b. Un governo che deve prendere una decisione di gravità enorme per la sicurezza nazionale, un governo che non riesce a operare una scelta di fronte a una questione di difesa fondamentale della vita della popolazione italiana, può essere sciolto e sostituito dal responsabile ultimo della difesa?
c. Una quindicina di parlamentari possono abbandonare un governo che non decide di fronte a qualcosa che potrebbe mettere a rischio il sistema per seguire le indicazioni di un’autorità superiore e saggia?

(Già, questa roba è troppo di fantasia…)

2. Costringere il premier a decidere

a. L’opposizione esce con un’ipotesi di manovra per lo sviluppo e il contenimento dei costi della politica tanto sensata che la maggioranza non può non approvare
b. Tremonti esce con un un’ipotesi di manovra per lo sviluppo e il contenimento dei costi della
politica tanto sensata che l’opposizione e un po’ di maggioranza non può non approvare
c. Un gruppo di tecnici di chiara fama portano al presidente della Repubblica un’ipotesi di manovra per lo sviluppo e il contenimento dei costi della
politica tanto sensata che la maggioranza e l’opposizione non possono non approvarla

(A rileggere sembra tutto completamente assurdo)

Una delle scelte dovrebbe avvenire entro tre giorni. Altrimenti? Beh, c’è chi pensa che non ci faranno niente perché non possono distruggere l’euro. Ma una cosa del genere dopo aver creato una simile aspettativa farebbe crollare l’audience. Senza contare che l’euro avrebbe un nuovo tracollo.

(Forse potrebbero minacciare il premier con una di queste ipotesi e vedere se si decide, in un senso o nell’altro. Entrambe le soluzioni farebbero crescere lo share. Probabilmente hanno deciso bevendo il caffè e hanno lasciato perdere tutte queste ipotesi).

E pensare che all’inizio nessuno scommetteva nel successo di questa fiction.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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