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Ieri Sabina Guzzanti allo Smeraldo di Milano. Oggi Ricucire l’Italia all’Arco della Pace.

Sabina Guzzanti è bravissima. I testi sono interessanti, molto, ma indubbiamente le capacità dell’attrice sono eccellenti. Tra le altre cose, ho ritrovato un tema che mi affascina da tempo. Che quello che viviamo sia una specie di Dopoguerra, molto più complicato da affrontare perché le macerie sono culturali e non fisiche, ma che andrebbe affrontato come il Dopoguerra.

Come?

A Ricucire l’Italia, oggi all’Arco della Pace, a Milano, non hanno parlato molto di soluzioni ma di metodo. E probabilmente è il contenuto più importante al momento. Per ricostruire a partire dalla Costituzione e da ogni possibile terreno comune tra i cittadini italiani.

Certo, le soluzioni e le azioni devono venire fuori. Guzzanti ha parlato di dell’occupazione di un teatro a San Lorenzo, dove volevano fare un casinò, e nel quale la cittadinanza ha creato un’atmosfera attiva di spettacoli, dibattiti, forme di lotta. Ricucendo il quartiere come lei pensava inimmaginabile (“prima, mi sentivo una sopravvissuta in un quartiere di zombie”). Pisapia ha parlato del vento nuovo che lo ha portato alla carica di sindaco di Milano. Le soluzioni probabilmente verranno fuori da queste piccole-grandi situazioni. Ma in fondo è ancora una questione di metodo.

Anche Timu è un metodo: per i cittadini che vogliono fare sentire la loro informazione e la vogliono diffondere in modo credibile e significativo. Speriamo serva per diffondere la pratica dei civic media. (cfr. da un forum del 2007 all’istituto di Ethan del 2011)

In entrambe le occasioni, l’eco di una domanda si è sentito forte e chiaro: ma perché gli italiani non si ribellano?
Una voce diffusa all’estero e che si va diffondendo anche da noi, con
la sua conseguenza: se ci teniamo questa situazione siamo conniventi?
Dov’è l’Italia per bene, che lavora per bene, che rispetta le leggi e
gli impegni? L’impressione che in entrambe le occasioni, l’analisi sia
stata che il tema si svolge in tre passi: 1. rendiamoci conto delle
nostre macerie culturali, 2. ristabiliamo un metodo sul quale siamo
tutti d’accordo, 3. procediamo con l’azione in una prospettiva più
chiara, oltre la nebbia del presente.

Non basta il metodo. Certo. Occorre che il metodo e l’azione comincino a generare fatti. A ritmo sostenuto.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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