Home » Approfondimenti » Economia Felicità » Individuo e comunità: io e noi…
Economia Felicità visioni

Individuo e comunità: io e noi…

Dopo l’incontro di ieri a Firenze, sul senso di individuo e comunità nel contesto del web, la conversazione è proseguita con Juan Carlos De Martin. Anche a partire da un suo commento sul famoso discorso pronunciato a Stanford da Steve Jobs, una mezza dozzina di anni fa.

Juan Carlos è come me un grande ammiratore di quel discorso. Ma si domanda se a distanza di tanto tempo il suo senso sia sempre intatto. Nel senso che quel discorso è molto orientato a incoraggiare l’individuo a seguire la sua strada e a essere l’autore della sua vita. Mentre oggi il mondo ha problemi che richiedono chi incoraggi ad affrontarli insieme.

Jobs non parla dei valori che ciascuno persegue. Invita a lasciarsi guidare da una grande fiducia, molto laica, una forza che ci può aiutare ad affrontare il futuro. Spinge chi lo ascolta a compiere scelte guidate dall’amore per quello che si fa. E pensa che questa sia la strada per fare cose grandi. «Non lasciate che altri scrivano la vostra vita» dice più o meno «siate gli autori della vostra vita». È individualismo?

Un po’ sì, indubbiamente. Ma forse è anche un punto di partenza per scegliere liberamente e consapevolmente di fare cose insieme ad altri. O addirittura per scegliere di dedicarsi a un insieme, a un “noi”.

Inutile nasconderselo: come ogni occasione aggregante, anche il web può indurre nella tentazione di collegarsi solo con chi la pensa allo stesso modo e di devolvere molta della propria individualità al gruppo.

La consapevolezza è la base della partecipazione attiva e della tolleranza per le diversità. E la consapevolezza parte da un atto di responsabilità. Che a sua volta richiede un gesto identitario. Solo l’autore della propria vita può decidere responsabilmente e consapevolmente di dedicarla all’insieme di “noi”; e solo un insieme di “io” può accettare il metodo che serve a decidere pacificamente e collettivamente, senza cessare, contemporaneamente, di sfidare l’insieme a rinnovarsi.

L’intelligenza collettiva di Tom Malone e altri è una dimensione tutta da studiare. Per David Lane è meglio parlare di intelligenze collettive. Il web sottolinea l’importanza del tema della devoluzione dell’inviduale al collettivo e invita a comprenderne l’importanza e la carica innovativa. Soprattutto in un’epoca che chiede decisioni comuni, per l’ambiente, per l’eguaglianza, per la qualità della vita. Ma questa crescita impetuosa della ipotizzata dimensione collettiva dell’intelligenza, ci invita a crescere nello stesso tempo come individui: altrimenti può diventare facilmente autoritaria, conservatrice, o semplicemente noiosa. La finanza è una “macchina”, una logica collettiva che sembra avere preso il sopravvento sulla capacità di intervento di ciascun individuo. Occorrerebbero forse delle “macchine” altrettanto grandi per indirizzare la storia verso una maggiore saggezza. Ma le macchine non si avviano da sole; non senza la visione e l’azione degli individui che scrivono la loro vita. Casomai c’è bisogno di individui con i valori e il pragmatismo di Gandhi che ci ispirino a scrivere la nostra vita per dedicarla alla pace e allo sviluppo. Steve Jobs non è certo un filosofo. Ma ascoltarlo non riduce la forza di quanto possiamo fare per “noi”. Forse l’accresce.

Tutto questo, in fondo, non fa che aprire un ulteriore, infinito capitolo. Che parte da una frase tra le più vere che descrivono la felicità: «Io non posso essere felice se non lo sei anche tu». Nelle storie costruttive, “io” e “noi” vanno d’accordo.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

  • “Io non posso essere felice se non lo sei anche tu” credo che per il momento sia “io posso essere felice solo a scapito di qualcuno” e in molte occasioni della vita è così, non credo che la Rete faccia eccezione.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi