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Mercato dei tablet – Il problema del dominio di Apple

Uno studio di Informa Telecoms & Media prevede che il mercato dei tablet crescerà dai 20 milioni di pezzi venduti nel 2010 ai 230 milioni che saranno venduti nel 2015. A quell’epoca la quota di mercato della Apple, attualmente dominante, sarà scesa al 38% (87,4 milioni di pezzi). Solo nel 2016 i tablet con Android venduti saranno più di quelli con sistema operativo Apple. (via Mashable)

Tutto questo è piuttosto ipotetico. Dipende dallo scenario teorico di riferimento. Se i tablet assomigliano ai telefoni, andrà forse come dice Informa. Se i tablet assomigliano agli iPod non andrà così e Apple resterà dominante. Dipende essenzialmente dall’ecosistema delle applicazioni: nel caso di iPod, il servizio iTunes è nettamente vincente sugli altri e sostiene gli iPod; nel caso dei telefoni, il servizio dell’App Store non riesce a mantenere la stessa unicità e in un ecosistema tanto più complesso come quello della telefonia lascia spazio a interpretazioni diverse del servizio e della tecnologia.

Bisogna ammettere che la Apple non sta facendo di tutto per mantenere una quota di mercato maggioritaria, ma piuttosto tende a massimizzare il profitto sulla sua quota. Tanto è vero che le strategie dei produttori di applicazioni si dividono: in parte accettano le regole Apple, in parte cercano alternative nei sistemi operativi diversi oppure nelle webapps. (Per esempio, vedi il caso Amazon)

In questo senso, pare più probabile lo scenario Informa.

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  • Sono convinto che Apple sappia benissimo che, sia su iPhone che su iPad, il raggiungimento del picco di vendite sia dietro l’angolo, parlando di mesi. Tant’è che in Apple stessa si pensa a strategie che vanno ben oltre il puro ferro e si ha paura più di Facebook che di Google.
    E sono anche convinto che gli sviluppatori siano molto stanchi delle regole imposte da Apple. Finalmente. Ma, piuttosto che continuare una strategia di sviluppo vincolata alle diverse piattaforme si proseguirà verso una progettazione “OS free” una web app che assicuri gli introiti pubblicitari senza intermediari e che, con tool appositi, garantisca la funzionalità dinamica sui diversi smartphone.

  • Essendo nel settore da troppo tempo e avendo il vizio di una memoria di ferro, ricordo che ogni volta che Apple ha pensato/cercato di mollare il ferro, è stato un disastro. Idem quando ha pensato/cercato di abbracciare solo il mollame (software). Apple è tale quando controlla tutto (e fa scuola, vedi Oracle post-acquisizione di SUN, anche se deve starci attenta). Conoscendo Jobs, si è già stufato dei tablet, ora vuole pensare a qualcosa di nuovo che faccia soldi a palate per un po’ come market leader, e poi continui a portare soldi come brand di riferimento per la sua classe di utenti storici. Si accettano scommesse. Una pista da seguire è le aziende con cui Apple sta facendo accordi non troppo pubblicizzati e le novità dei fornitori coreani e taiwanesi. Una mia idea: nessuno sta ancora sfruttando veramente le potenzialità dei MEMS (far girare la videate è banale) nell’interfaccia uomo-macchina (a parte Nintendo). Io guarderei lì. Forse si passerà dal ripensamento del form factor.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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