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Organizzare l’organizzazione dei contenuti

Anche Sribd entra nel settore delle apps per gestire la lettura di testi che provengono da varie fonti, segnalate dal social network, cercate con un motore; e ovviamente per condividere, leggere più tardi, commentare… (vedi TechCrunch) La nuova app si chiama Float. E per scoprire come si inserisce nell’insieme già popolato di Zite, Flipboard, Instapaper, rss readers e altro, non c’è che da provarla.

Ma come è vero che l’organizzazione dei contenuti è diventata una funzione separata tra quelle per le quali competono anche i giornali, perché nel digitale si apre una voragine di opportunità e bisogni in questo settore, è anche vero che quando si moltiplicano le soluzioni si apre il paradosso della scelta, l’ansia di scegliere la migliore, lo sforzo continuo di imparare nuovi modelli di interfaccia.

Finirà che ci sarà un organizzatore degli strumenti di organizzazione dell’informazione. Oppure che si tenderà ad affidarsi a uno, per fiducia in un marchio, per fedeltà a un’emozione, o a per abitudine.

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  • Se però pensiamo a quanto detto nel precedente post sulle preoccupazioni circa il modo in cui Internet cambia il nostro modo di pensare, l’organizzazione dei contenuti assume un ruolo talmente importante da non poterla relegare alla fiducia in un brand, tantomeno alla noia e all’abitudine.
    Come la maggior parte dei servizi di successo, dovrà essere uno strumento semplice, veloce e funzionale. E dovrà riuscire a supportare quella “capacità individuale di connettere informazioni e pensieri in modo originale o comunque autenticamente personale”.
    Al momento non ho personalmente trovato qualcosa che risponda a queste caratteristiche, o perlomeno niente che permetta un’organizzazione efficace in unico contenitore sia degli rss reader che delle pagine web che degli stream dei vari social network (e in realtà neanche questo basterebbe perché sarebbe conseguente la necessità di avere una qualche forma di aggregazione cross-mediale).
    E non sono sicuro che si tratti di un ruolo che possa essere ricoperto da eventuali “organizzatori degli strumenti di organizzazione dell’informazione” semplicemente perché andrebbe difficilmente a soddisfare i tre requisiti di cui prima.
    E’ interessante notare come sia del tutto probabile che la nuova sfida dell’innovazione viaggi in questo senso.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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