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Iran, acqua e petrolio

Dice l’Economist che in Iran una bottiglia d’acqua costa di più di una bottiglia di benzina.

Un dato, mille conseguenze…

(Insieme alla vasta disoccupazione, è uno degli argomenti di una grande discussione che in Iran si sta svolgendo per riformare l’economia. Tanto che da quelle parti si parla di “economic jihad. Ma questa è un’altra storia).

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  • Costava, prima della fine dei sussidi. In effetti, con il prezzo dei carburanti tenuto artificialmente basso, era la benzina a costare meno dell’acqua…. che come paragone è più corretto, se non si vuole per forza suscitare un effetto nel pubblico. Ora, con la fine dei sussidi, il gasolio è aumentato del 2000 per cento da un giorno con l’altro. Lo stato ora distribuisce sussidi in denaro al 90 per cento delle famiglie iraniane (90 dollari al mese per una famiglia di cinque persone) per compensare la fine dei sussidi. Se fossimo dei marxisti, potremmo dire che ora il 90 per cento delle famiglie iraniane dipende dallo Stato, che può influenzare il loro comportamento agendo sui rubinetti dei soldi. Non male, no ?

  • Oltre a sottoscrivere quanto detto sopra da Marco circa il prezzo della benzina tenuto basso fino a qualche anno fa per lunghissimo tempo (aggiungo che attualmente la situazione è gravissima non solo per l’aumento incredibile del prezzo del gasolio, ma addirittura esiste un limite di litri di carburante di cui è possibile rifornirsi in base al numero di autovetture di cui si è titolari; e questo in un Paese dalla vastissima superficie che è sempre stato “costretto” a muoversi in auto dato il limitatissimo sviluppo della linea ferroviaria e l’elevato costo di quella aerea; per non parlare di quanto questo ostacoli l’attività delle aziende, talvolta paradossalmente costretto ad acquistare un qualsiasi catorcio di automobile unicamente per la disponibilità di nuovi litri di benzina di cui si disporrebbe), aggiungo che il paragone tra prezzo della benzina e dell’acqua in bottiglia non ha motivo di esistere semplicemente per il fatto che la stragrande percentuale della popolazione non acquista l’acqua in “bottiglia” (importata dall’estero, e costosissima per qualsiasi famiglia di ceto medio), ma semplicemente fa uso dell’acqua potabile del rubinetto (l’Economist parla di “bottled water”, e credo possa riferirsi solo all’acqua imbottigliata, per cui l’affermazione è palesemente pretestuosa e insignificante).

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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