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Chi ci difende dall’Agcom

JC De Martin ne scrive con grande equilibrio sulla Stampa di oggi: il regolamento che l’Agcom si appresta ad approvare in materia di rimozione dei contenuti ritenuti lesivi dei diritti altrui dalla rete è un errore.

Se ne può discutere, ovviamente. Ma un fatto è certo: quel regolamento stabilisce che l’Agcom può rimuvere contenuti dai server italiani senza passare dalla magistratura e dunque senza consentire a chi li ha pubblicati di difendersi.

Ci sono molte argomentazioni che girano in rete. E vale la pena di leggerne un po’ per farsi un’idea. Ne parla Scorza, AgoràDigitale, LucaNicotra, e molti altri citati qui. Le posizioni dell’Agcom sono quelle ufficiali.

Intanto, i governi dei paesi ricchi si incontrano a Parigi, all’Ocse, per discutere di come tenere aperta e innovativa la rete, senza frenarne la capacità di generare crescita e senza farsi prendere la mano da esigenze importanti ma molto meno generali.

E all’Itu fanno i conti su quanto cresce il Pil in funzione di quanto cresce l’accesso a internet in banda larga.

Le regole che frenano l’apertura della rete in Italia sono una delle cause della mancata crescita dell’economia italiana.

Chi ci difende dall’Agcom? Perché ci vuole sempre una mobilitazione e non basta il buon senso?

ps. Il fatto che ci sia Carlos Slim nella commissione Itu non è una garanzia, ma i dati sono solidi e confermati da molte fonti…La McKinsey per esempio.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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