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Web, Apps e WebApps

La lettura è magnifica perché, a differenza del video, è nella sfera di controllo delle persone. Se hanno fretta leggono velocemente. Se hanno tempo leggono con calma. Il supporto aiuta ad andare in una direzione o nell’altra. E sebbene ogni supporto possa essere letto in fretta o con calma, il web sembra destinato a una lettura veloce e il giornale di carta sembra orientato a una lettura più tranquilla. L’iPad sembra orientato a una lettura digitale tranquilla.

Forse questo è l’unico motivo vero che può far pensare che la sperimentazione di giornali per l’iPad possa portare a trovare prodotti che la gente sia disposta a pagare. Per design, features del software, qualità dei contenuti originali. 
Sarebbe un errore pensare che siano prodotti destinati a ritrovare una forma di giornali chiusi. Le notizie che contengono dovranno sempre essere fatte in modo da poter circolare liberamente nei social network. Non a caso il Daily è fatto in modo che ogni notizia possa essere inviata su Twitter, Facebook o mail. Non si pagherà la somma delle notizie, ma il design dell’insieme.
Insomma, non ha senso pensare al web in opposizione alle apps (come fanno molti editori, costringendo addirittura Chris Anderson a fare un errore simile).
Non solo. Ma si finirà col pensare di più alla dimensione originaria delle apps, che sono pienamente parte dell’internet e che nascono per essere usate come additivo del web. E si riparlerà di webapps. Si tratta di apps che si attivano con il browser: si scrivono una volta e viaggiano con poche varianti su device che hanno diversi sistemi operativi ma browser simili. 
Due link. Uno che spiega le potenzialità. Uno che le discute. Grazie a Mimmo e Massimiliano.

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  • secondo me la remunerazione dei giornali dovrebbe essere di gruppo: gli editori.it si riuniscono e approfondiscono un sistema sulla base dei cliks; es.appross.: franchigia di 200 cliks/settimana; superata la soglia 200, si paga 10/mese, oltre i 500 si paga 20/mese; il ricavato viene diviso secondo i cliks. mi piacerebbe sapere cosa ne pensate .

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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