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Custom advertising

Nella pubblicità ci sono tante cose da innovare. Due tipi di mercato: la costruzione di mondi per i brand, la segnalazione di occasioni di acquisto. Tre dimensioni del business: agenzie creative, centri media, concessionarie. Varie piattaforme.

La costruzione di mondi avviene raccontando storie che attraversano i media. Cerca di emozionare. Costa quanto riesce a costare: martellando con slogan ripetitivi o facendosi notare in modi creativi e intelligenti senza pagare nulla o quasi agli editori.

La segnalazione di occasioni d’acquisto avviene prima di tutto sui luoghi di vendita, oppure dove la gente che passa può andare velocemente a un punto di vendita. Ed evolve come un contributo alla vendita. E si potrebbe pagare come contributo alla vendita: cioè molto ma solo nel caso di una transazione effettuata.

Google è riuscita a intercettare un lavoro di segnalazione un po’ preliminare alla vendita ma abbastanza successivo alla costruzione del marchio. E’ dove la gente passa, è interessata, ed è a un clic da un punto vendita.

Si può innovare molto in tutti i settori e in tutte le piattaforme. E Google è già piena di concorrenti in tutte le sue attività, anche se per ora vince.

Il pensiero innovativo non dovrebbe andare nella direzione di attaccare Google frontalmente. Ma di erodere le sue frontiere di sviluppo. Magari lavorando sulla relazione tra creatività, concessionarie e punti vendita che si sviluppa sui nuovi device di accesso alle informazioni. Penso che iAd farà pensare molti attori del mercato. Ne avranno bisogno. Ma l’occasione dei telefoni e dei tablet intelligenti è interessante.

Il concetto di custom adversing, per esempio, pare sviluppabile.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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