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Il Daily su iPad…

L’entusiasmo di Murdoch per il suo nuovo giornale nazionale elettronico americano, The Daily, che si potrà leggere solo comprandolo sull’iPad è motivato o no? (Nytimes)

Il ragionamento di Murdoch è semplice, come al solito. Nel mondo web è complicato far passare a pagamento un sito giornalistico al quale i lettori sono abituati ad accedere gratis. Ma nel mondo iPad le persone sono predisposte ad acquistare. E acquisteranno anche il nuovo giornale che non avevano mai potuto trovare prima gratis.

L’esperienza di Murdoch con il Times di Londra, passato da alcuni miliioni di lettori ad alcune migliaia a causa dell’introduzione del biglietto d’ingresso, sostanzia la prima parte dell’ipotesi. Ma quanto alla seconda, ovviamente, è tutto da dimostrare.

Il Daily sarà fatto da un centinaio di giornalisti. Avrà si stima 100mila abbonati tra cinque anni. Avrà la pubblicità. E sarà un prodotto pensato e disegnato per il tablet. Non sarà una soluzione vera alla perdita di entrate dei giornali cartacei, ma è certamente una soluzione che non dipende solo dai capricci della pubblicità (il grande trauma dell’anno scorso).

I motivi di entusiasmo non sono dunque motivati se non si guarda ad argomentazioni più sofisticate.

Il Daily dimostrerà la capacità di un editore di ritarare il modello di business sui nuovi numeri dell’editoria quotidiana, piuttosto che la capacità di trovare nuovi modelli di business e nuove strutture per fornire le informazioni. Ma potrebbe condurre a qualche riflessione. E questo sarebbe un bene.

Di per se ha un vantaggio: nasce con un marchio legato al nuovo mondo e punterà a sembrare un luogo desiderabile dove andare. Ma il vantaggio da questo punto di vista non andrà molto lontano. La valutazione nel tempo dipenderà dall’innovazione nel software, nella fruibilità dell’interfaccia, nella qualità dello sfruttamento che farà delle possibilità narrative del digitale. Tutto questo non è semplicemente fare un giornale per iPad: è fare ricerca sul serio. I risultati di quella ricerca potrebbero servire da base per gli altri prodotti del gruppo News Corp. Se è questo l’intendimento di Murdoch, allora si tratta di un’esperienza da tenere d’occhio. Altrimenti, sarà un’altra tappa di una corsa forsennata praticata con la vista annebbiata.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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