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Domande cosmiche

Non ho visto la trasmissione che va in onda stasera. Cosmo finora per me è quello che ne ho scritto: un’esperienza fatta di emozione, lunghi ragionamenti collettivi, sincopati, creativi e nello stesso tempo attenti a interpretare il possibile risultato in termini di audience e di critica. A me ovviamente interessa il servizio che abbiamo alla fine realizzato per il pubblico. Ma indubbiamente un pubblico tanto vasto e differenziato ha esigenze incommensurabili con la mia capacità di interpretazione.

Che fare dunque? L’unica strada è condividere le domande necessarie per fare la prossima volta – se ci sarà – una trasmissione migliore. I temi? L’equilibrio tra velocità e precisione? La varietà dei servizi? La qualità delle parole usate? Spero che dopo la visione di stasera, per chi capiterà su RaiTre, le risposte costruttive del pubblico attivo giungeranno anche qui…

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  • da Santoro a Grillo, parlano tutti di nuove tecnologie e di rete come Sacro Graal dell’organizzazione sociale e della costruzione sociale. Facebook è l’unico ad avere la massa critica per fare le cose eppure non fornisce strumenti per il dialogo collettivo, e anzi, si dedica alla censura delle parole (per ora) e forse in futuro alla censura dei concetti (fanta-sociologia? non cosi lontano).
    mi piacerebbe avere verso il pubblico un bello specialone su cosa si possa fare con la tecnologia attuale, tra forum e chat per capirci, di tutti gli strumenti digitali che convogliano la creazione di strutture complesse. Google docs per la creazione di database collettivi da cui vengono fatti grafici, i vari siti che aggregano dati e li danno in pasto per visualizzazioni alternative, i vari Trac che servono per costruire software… e il software non è altro che regole da rispettare… (ipotizzare i Trac per la costruzione delle leggi magari). I vari GetSatisfaction che permettono di agglomerare tutte le nuove richieste se semanticamente simili a qualche topic già presente nella base di dati, e cosi via.

  • Faccio la voce fuori dal coro…
    Sto trovando Cosmo come un mix fra SuperQuark di Piero Angela e La Macchina del Tempo di Alessandro Cecchi Paone.
    In realtà io sognavo un ritorno di Mediamente, visto anche il know-how del conduttore: ci spero per la puntata numero 2.

  • Difficile fare critiche, se non impossibile per quanto mi riguarda… impostazione, argomenti e trattazione eseguita in modo straordinario. Complimenti a Luca e a tutto il team di collaboratori che ha saputo mettere insieme!
    PS: fateci sapere il nome dei due protagonisti dell’inizio e della chiusura del programma… ottima scelta 😉

  • Oltre che i temi, sono interessanti l’angolazione sotto la quale vengono esaminati e la ricerca di un linguaggio originale; cercherei di insinuarmi con maggior decisione nell'”esoscheletro” della società digitale ma presumo sia nelle intenzioni di Luca. Complimenti, aspettiamo i prossimi capitoli!

  • semplicemente COMPLIMENTI!!!! mi è piaciuto molto l’impostazione del programma NOI POSSIAMO DECIDERE IL NOSTRO FUTURO!!! e poi il modo di portarlo avanti, secondo me, lo differenzia da altri programmi scientifici e lo rende unico e originale. Finalmente un buon programma. E poi, Piero Angela ha sempre lo stesso tono di voce, sia che parli di cataclismi o di sport, un pochino ha stufato!

  • Ciao Luca, 30 anni dopo la laurea!!!
    Cosmo mi è piaciuto molto. L’ho trovato molto originale e caotico … cosmico appunto. Premetto che non ho visto l’inizio perchè avevo ospiti.
    I plus:
    – La sigla finale: i bambini (con mamma) masai e quello mongolo. Davvero fantastica.
    – La chiacchiera mini-maieutica tra Luca e i collaboratori: si capiva che era uno stilema, ma secondo me funziona molto bene
    – Il flusso degli argomenti: difficile (ri)trovare un filo rosso, un po’ un fiume con anse, ma alla fine non ho cambiato canale e non solo perchè Luca era mio compagno di università: se non trovi un filo non sai cosa aspettarti e mantieni viva la curiosità
    – La grande libertà e l’approccio non-judgemental, non radical chic, non marameo, non technology-prone, ma technology-curious e soprattutto man (& kid) curious.
    – I frequentissimi stacchi immagine: alla CSI, ogni pochi secondi: quindi molto più dinamico e meno ingessato di Quark, anche se Quark sembra avere un budget (e naturalmente una storia di programma) molto maggiore.
    – Posso dire? la faccia scavata di Luca. Uno che non si pone come obiettivo di essere bello e bono. Scusate se è poco.
    I minus:
    – Ripeto, non ho visto l’inizio, ma non ho capito bene cosa ci possiamo aspettare dalle altre puntate e da questo format (ma è vero come ho letto su FB che forse non ce ne saranno altre !?!? e poi, è un format? non che ce ne sia bisogno di uno per forza…)
    – con tanti argomenti / angoli di osservazione è normale che il livello di approfondimento di ciascun argomento è limitato … verrebbe voglia di una fruizione non-lineare e non televisiva, con sito della trasmissione “trampolino” sugli argomenti, con link e anche con materiale girato non montato in trasmissione. (visto che il Cosmo e noi siamo tutti una rete…)
    Bravo Luca, brava la redazione e viva il Cosmo!

  • Bello! Buon ritmo, belle immagini, temi interessanti. Mi fa venir voglia di tornare giovane e di rimettermi a studiare. Bravo Luca e bravi i tuoi collaboratori… Unica critica “costruttiva”: troppi temi e scaletta un po’ troppo rigida, con blocchi tutti della stessa lunghezza… Alla prossima, speriamo. Magari facciamo una petizione a Raitre…

  • Innanzitutto complimenti vivissimi.
    Cosmo2.
    Siamo tutti Connessi e questo è il punto di partenza. Baldwin propose un modello per coniugare il problema dello sviluppo delle attività cognitive (linguaggio) con quello di nuove capacità etiche (società).
    Kevin Kelly ebbe a dire che “l’atto centrale dell’era a cui ci stiamo affacciando è il connettere tutto con tutti […] in futuro tutti gli elementi piccoli e grandi saranno collegati a vastissime ragnatele e a vastissimi livelli”
    Mi piacerebbe che fosse sviluppato il tema del passaggio dalle Connessioni alle Relazioni con chiaro riferimento alla Rete, ai Dati.
    Le nuove relazioni sono liquide (Zygmunt Bauman docet) e transitorie come le reti in cui siamo integrati? Nel cyberspazio centinaia di migliaia di utenti creano identità funzionali alle loro comunità virtuali e per molti utilizzatori di computer le finestre possono diventare “potenti metafore per pensare il proprio sé come un sistema multiplo distribuito”. (Sherry Turkle, docente del MIT). Ecco, entriamo nel profondo!
    Grazie per la Tua Presenza!

  • Ho visto la puntata ed è molto interessante la formula adottata. Anche se mi ricorda un pò Terzo Pianeta di Mario Tozzi. Cmq che ben venga Cosmo. Perché di Superquark ne ho le scatole piene. Spero vivamente che il programma abbia un seguito. Grazie

  • Bel ritmo e sguardo fresco sulle cose. Curioso, appunto. Concordo sulla “chiacchiera mini-maieutica” che funziona bene.
    Quel tipo di dialogo è essenziale, una buona pensata per evitare toni didascalici e fare da raccordo e sintesi non ingombrante per i servizi. Interessante il suggerimento (@simo) per uno “specialone su cosa si possa fare con le tecnologie attuali” e sì, non sarebbe male l’idea di un “sito (@enrico) “trampolino” sugli argomenti…” Spero ci sia un seguito.

  • Bello! un pacco di informazioni e idee una dietro l’altra senza interruzioni. Forse troppo lungo l’inserto di National Geographics sui transgenders, ma forse è solo un’impressione mia.
    Bello il modo di “presentare”. Poi fa una certa impressione vedere i blogger fuori dal web 😉
    Continuate e io riprendo a guardare la TV.

  • Cosmo lo ho trovato interessante e ben fatto, se posso darti un consiglio cercherei di avere tempi un po’ più corti per i vari servizi (quello sui ragazzi genio per esempio è stato interminabile) e cercherei di dare alla trasmissione o una sorta di fil rouge che tenga insieme gli argomenti o una suddivisione in rubriche che non si percepisce…
    Sarebbe anche bello, sempre che non ci sia già, abbinare un sito di reference e di approfondimento.
    roberto

  • Cosmo lo ho trovato interessante e ben fatto, se posso darti un consiglio cercherei di avere tempi un po’ più corti per i vari servizi (quello sui ragazzi genio per esempio è stato interminabile) e cercherei di dare alla trasmissione o una sorta di fil rouge che tenga insieme gli argomenti o una suddivisione in rubriche che non si percepisce…
    Sarebbe bello avere, sempre che non ci sia già, un sito dove cercare riferimenti ai servizi, approfondimenti e dove aprire un dialogo con gli spettatori.
    dadda
    (hai problemi con il captcha…

  • Purtroppo ho perso l’inizio della puntata…
    trovo che non legare ad un filo unico i vari “servizi” sia un vantaggio e non una pecca.
    Pur essendo interessanti i vari temi affrontati abbiamo (ho convinto tutta la famiglia, almeno per la prima puntata) trovato troppo lunga la trasmissione per mantenere sempre viva l’attenzione.
    Concordo sul fatto che sarebbe una buona idea avere uno spazio in rete per condividere opinioni e, perché no, suggerire anche altri spunti e percorsi di approfondimento.
    Complimenti a Luca e a tutto il gruppo.

  • Ciao Luca,
    segnalo dove ieri sera ne abbiamo discusso su FriendFeed intato:
    -> Cosmo su FriendFeed
    Dopo averci dormito su direi che:
    era una vita che non vedevo un programma in prime time che non mi facesse stancare troppo: tranne qualche servizio forse troppo lungo, per il resto davvero non mi è pesato assolutamente. Stile veloce e assolutamente non stancante. Abituati alla Rete dove si vede solo quello che interessa e alla sua non linearità non credo sia cosa di poco conto.
    per un pubblico probabilmente fuori da certe dinamiche credo sia un respiro di aria fresca, sia per lo stile, che per i contenuti. Pollice su in questo senso
    concordo con il commento di @titti: vista anche la tagline del programma, cercare di esplorare il concetto di cultura a Rete non sarebbe male. Ma qui ovviamente anche io sono di parte .)
    il sito del programma, rispetto ai contenuti mi pare assai migliorabile, con dettagli sui servizi, la lista delle fonti non solo come nome dell’ente ma con link vero e proprio allo specifico contenuto, forme di copartecipazione magari inserite e via dicendo. Insomma un mondo da integrare con il pubblico attivo. Ma qui ovvio che si è in casa Rai con i dovuti limiti
    Quindi decisamente un buon inizio, speriamo si continui. Bisogna capire quanto ci si possa avvicinare allo stile di Mediamente, ma questo è comunque un buon compromesso, dato il resto del panorama italiano .)
    Bravi!
    ps – una vita davvero che non vedevo volentieri un programma TV, se ci penso mi vengono i capelli dritti .) si sentiva comunque la diversità dello stacco pubblicitario, non ero più abituato .)

  • ottimo! bella impostazione, veloce, snella e diretta la proposizione degli argomenti tutti ben scelti. Ma a mio avviso, proprio perchè interessanti, gli argomenti andrebbero approfonditi maggiormente, dedicandoci più tempo. Altrimenti finisce col somigliare alle altre trasmissioni del genere, che a meno del format, vanno poco più avanti del titolo che lancia il servizio, lasciando chi guarda/ascolta incuriosito, ma non documentato (chiaramente nei limiti di un servizo televisivo)
    Spero ci sia un bis/tris/etc.

  • ottimo! bella impostazione, veloce, snella e diretta la proposizione degli argomenti tutti ben scelti. Ma a mio avviso, proprio perchè interessanti, gli argomenti andrebbero approfonditi maggiormente, dedicandoci più tempo. Altrimenti finisce col somigliare alle altre trasmissioni del genere, che a meno del format, vanno poco più avanti del titolo che lancia il servizio, lasciando chi guarda/ascolta incuriosito, ma non documentato (chiaramente nei limiti di un servizo televisivo)
    Spero ci sia un bis/tris/etc.

  • Ho un commento simile a quello del Tagliaerbe (un “mediamente” che imponga anche un linguaggio nuovo, sfida ormai sempre più ardua) e di quanti qui hanno scritto considerazioni riguardo un filo che accomuni i diversi temi attraverso eventuali rubriche, chè se non ci sono vanno comunque disegnate in qualche modo.
    Per i contenuti c’era qualcosa di già visto ma il pubblico al quale si rivolgeva probabilmente era nuovo a molte cose.

  • Piaciuto.
    sicuramente da limare, ma i pilot sono per definizione dei beta.
    Tra le cose che vorrei veder sviluppate: i servizi prodotti e soprattutto quelli su Italia ed Europa (e perchè no sull’altra sponda del Mediterraneo?). Quelli del National sono stupendi, ma sanno di già visto.
    Bella anche la mano nei diversi servizi.
    In quanto al paragone con Piero Angela – ormai imprescindibile visti i commenti di molti… – direi che proprio non si pone. La scienza qui è (giustamente) raccontata come parte della vita e della cultura di tutti i giorni.
    Ma visto che nello strillo si parla di “rete”… perchè non avere maggiore interazione con chi sta in rete nelle puntate che (vi auguro) seguiranno?
    In bocca al lupo!

  • Anche a me è piaciuto molto, mi ha tenuto incollato alla TV fino alla fine; l’unica cosa che non mi ha convinto sono i dialoghi con i collaboratori, frasi del tipo “ho trovato i dati…”le eviterei

  • Molto bello.. lo sto già consigliando a tutti .. ma fatemi un favore… mettete on line la sigla finale… la devo salvare.. è meravigliosa!
    Davide

  • Premetto di non aver visto la puntata, ma vorrei ripartire da uno degli ultimi commenti in cui si diceva “Ma visto che nello strillo si parla di “rete”… perchè non avere maggiore interazione con chi sta in rete nelle puntate che (vi auguro) seguiranno?” – oltre a chi parla di Trac et compagnia bella…
    Viene naturale domandarsi quanto e come il citizen journalism possa (voglia?) far breccia nel mondo televisivo, di certo porterebbe una ventata d’aria fresca!!

  • Salve,
    È stato un programma interessante, direi molto ben costruito rispetto al target.
    Ecco, questo sarebbe interessante capirlo: ma qual è il target?
    E però: il sensazionalismo, ai livelli massimi quando si parlava di Campi Flegrei ecc, stonava un po’. Di Voyager ne abbiamo già uno in Italia, please no more!
    Ad maiora,
    L

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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