“Lei è affascinato dalle idee. Io dalla burocrazia”, diceva oggi il presidente di un’azienda pubblica dimostrando uno sforzo di introspezione che alla fine era simpatico. In fondo parla di una burocrazia che consente a tutti di conoscere bene i processi attraverso i quali si muovono i soldi pubblici.
Ma con tutta la fatica che è stata fatta per superare i vincoli burocratici che hanno rallentato la nascita di Ahref, occorre un momento di sintesi.
La burocrazia è fatta di procedure codificate per gestire il prevedibile.
Ahref invece dovrà fare l’imprevedibile. Ahref – come ogni sincera iniziativa di ricerca e di contenuto – deve porsi l’obiettivo di stupire.
Bisogna ammettere che arrivare a veder nascere Ahref era imprevedibile. Ma certo non basta. Sarà sempre una battaglia di punti di vista, nel migliore dei casi.
Occorre trovare il modo di trattare la burocrazia in modo che serva a garantire la trasparenza (delle procedure) senza nulla togliere al mistero (della ricerca e del racconto).
Spesso invece in questo paese sperimentiamo una burocrazia che nasconde misteri e che rende le iniziative innovative talmente trasparenti da risultare praticamente invisibili.
ci piace assai Ahref! tant’è che io e Giovanni Sabelli Fioretti abbiamo inviato i cv proprio oggi! a quando le selezioni?
Ho inviato una email per richiedere informazioni ma non mi ha risposto nessuno 🙁
risposta arriverà.. scusate..
la percentuale di risposte è vicina al 95% sul totale delle mail..
Piace, piace l’idea che sta alla bese di Ahref! Se alla Fondazione dovesse un giorno servire un Community Manager mi candido fin d’ora, ok? 🙂