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Kindle. E la biblioteca della mente

Il nuovo Kindle piace alla critica. Non si sa quanto, ma si presume piaccia molto anche al pubblico. Difficile non vedere i vantaggi di questa tecnologia – reader sempre connesso con funzioni di ricerca nel testo più negozio iperfornito – e dunque non immaginare che si tratta almeno di un nuovo modo per fruire di quei lunghi testi che un tempo si chiamavano libri. Un modo fantasticamente adatto all’aggiornamento di chi legge saggi americani di attualità, di chi ama portarsi in viaggio una quantità di romanzi e saggi, di chi studia un argomento a fondo… E chissà quanti altri utilizzi.

E’ un mondo di libri per nomadi, dove lo spazio è poco mentre è necessario viaggiare leggeri.

La biblioteca invece è pesante. Come sa bene chi cambia casa. Costa. Occupa spazio. Ma il peso, la lentezza, lo spazio hanno una funzione culturale. La perdiamo a cuor leggero?

La biblioteca non è un deposito informe di libri. La biblioteca parla. Il suo ordine costruito nel tempo è un supporto della memoria senza paragoni. I collegamenti che ciascuno produce tra i suoi libri appoggiandoli negli scaffali sono riproposti ogni volta che li si percorre con lo sguardo. E ogni lavoro di ricerca, ogni ripensamento dell’esperienza accumulata dagli autori delle opere, ogni consultazione, si sostanzia anche dell’ordine dei ricordi di ciò che si è letto e di ciò che si da dove si può leggere incarnato dalla biblioteca.

Personalmente, ho un’esperienza preKindle che può aiutare a immaginare quello che succede con il Kindle. Dopo troppi traslochi, la mia biblioteca è stata smembrata e scompaginata tante volte che ormai il suo ordine è restato solo nella mia mente. I neuroni e le sinapsi sono l’unico luogo dove si mantengono in vita i valori culturali della biblioteca della mia vita. Ed è un po’ quello che sarebbe successo se tutti i miei libri si fossero trovati soltanto nel reader e nei computer cui esso consente di accedere. Perché la biblioteca, con la fisicità dei suoi scaffali e la pensante lentezza della sua struttura, manca nel mondo dei libri digitali. Né vale, per ora, a sostituirla, l’immagine riflessa nello schermo, per esempio di aNobii o di iBooks, degli scaffali digitali. Quella sembra piuttosto la scaffalatura della libreria, non della biblioteca personale.

La memoria di una biblioteca è fondamentale. La sua sostituzione vera nel mondo digitale non è ancora chiara. Ma è un tema di sviluppo al quale varrebbe la pena di dedicare un poco di creatività. L’interfaccia e l’architettura di interni di un mondo digitalizzato ma che si deve connettere all’esperienza analogica di chi ne fruisce.

update: Giuseppe Granieri suggerisce l’intrigante soluzione della biblioteca sociale, tipo Goodreads

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  • Le librerie fisiche offrono però una flessibilità che (per ora) mi sembra mancare agli e-reader e soprattutto al kindle. Mi sto avvicinando – finalmente- a comprarne uno dopo aver rimandato in attesa dell’iPad e sulla carta mi piace molto il nuovo Kindle. Ad attirare è soprattutto la possibilità di leggere subito un libro appena esce e in lingua originale, senza attese di settimane per l’edizione cartacea originale da oltreoceano, ma le riserve sono sul lungo termine.
    Visto che il costo di un libro di kindle è in linea con quello fisico (lasciando margini ben più alti agli editori..) mi aspetto di poterne disporre in maniera analoga…
    E invece non mi pare. Se perdo il reader perdo tutto il suo contenuto. Se un giorno avrò un tablet e ci caricherò l’app di kindle, potrò leggerci gli stessi titoli che ho già pagato? Per adesso sembra di no…
    Insomma, sembra che ci sia un paradosso del reader… la digitalizzazione rende leggera la libreria, ma dobbiamo ricostruirla ogni volta che cambiamo supporto?

  • Per come riesco a vederla, gli e-book (o e-reader? c’è una differenza?) servono solo a chi ha necessità frequente di portare con sè certe pubblicazioni: che sia uno studioso, un professore, un giornalista. Ma ad un normale lettore di romanzi e saggi a cosa serve realmente portarsi una 40ina di libri se gliene servono al massimo due-tre? Massimo tre, ma chi è che va in giro con tre libri diversi per ammazzare il tempo nella metro?? Il trasloco lo faccio al massimo una volta ogni due anni semmai, o due se posso permettermelo (ma è davvero un numero piccolissimo di persone che può farlo). Per avvalorare l’innovazione dell’e-bbok ci sono solo questi esempi?

  • 1)cerca una idea nuova per migliorare un libro>
    non me ne viene nessuna.rimane ottimo come é.
    2)cerca una idea nuova per migliorare un ereader/ebook>
    traduzione delle parole/frasi
    riassunti dei punti importanti per te
    sottolineatore personale per n lettori
    annotazioni personali nelle pagine
    riassunti pronti(tipo bignami)
    copia/incolla su un banco dati di frasi che ti piacciono
    (nasceranno n appl delle quali oggi non abbiamo idea alcuna

Luca De Biase

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