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Privacy di destra e di sinistra

Mentre il governo afferma di voler mettere insieme equilibratamente i diritti di privacy, di cronaca, di indagine, introducendo nuove norme sulle intercettazioni che molti definiscono “bavaglio”, si diffonde un dibattito sulla posizione del tema della privacy nella linea ipotetica che va dalla destra alla sinistra della politica.

Il Foglio nota che molti sono indignati per il trattamento che alla privacy degli utenti è riservato da piattaforme come Google mentre non molti sono indignati per il trattamento che alla privacy dei cittadini è riservato dalle intercettazioni pubblicate sui giornali.

Il costituzionalista Valerio Onida, sul Sussidiario, osserva che la legge esistente è chiara e che gli abusi possono essere frenati senza introdurre una nuova legge che di fatto non è fatta per tutelare la privacy ma per ridurre la libertà di stampa e la possibilità di indagare.

Dice il Foglio che online sono gli stessi utenti ad attentare alla propria privacy pubblicando in rete dati che non dovrebbero diventare pubblici, mentre nel caso delle intercettazioni gli utenti non pubblicano nulla ed è chi compie le indagini e chi pubblica i testi intercettati ad attentare alla privacy. Il che va bene nei casi in cui si intercettino dei colpevoli, ma non quando si intercettano gli innocenti.

Ok, ma le indagini si fanno proprio per trovare i colpevoli, si intende invece dalle parole di Onida. Le indagini sono inevitabilmente orientate a entrare nei fatti personali dei cittadini. Ed è giusto che lo facciano.

Probabilmente la contraddizioni non sono nel mondo del diritto, ma tra chi vuole strumentalizzare i media. Tutto ciò che entra nella sfera pubblica assume un senso diverso: e il senso della sfera pubblica va salvaguardato, non strumentalizzato. Certo, assieme a ciò che viene pubblicato in modo fisiologico ci sono anche altri fenomeni che ci entrano per vie traverse: che ci entrino per via di una disattenta utilizzazione delle piattaforme online o che ci entrino per via di indagini che in parte finiscono per essere pubblicate, il fatto è che certi fatti da privati diventano pubblici. L’equilibrio è da trovare, ma non regolando o strumentalizzando i media. Non con leggi che cerchino di specificare capillarmente le fattispecie. L’applicazione delle leggi che esprimono principi generali dovrebbe essere sul serio lasciata alla magistratura.

Altrimenti finisce che la privacy di sinistra se la prende con le piattaforme delle aziende capitaliste americane orientate al profitto e che la privacy di destra se la prende con la libertà di stampa che minaccia la possibilità di ciascuno di fare i propri affari, legali o illegali. Quello che ci rimette, in quel caso, è la serietà del concetto di privacy. Oltre alla libertà di stampa.

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  • Fisiologico ? Ma quando mai ? Ma hai mai visto intercettazioni pubblicate sui giornali americani, francesi, tedeschi, nel corso delle indagini ? Basta con le ipocrisie, Luca. Sono d’accordo con te, e con quel poveretto di Onida, se si sbattesse in galera chi viola il segreto istruttorio, ma mi viene da ridere, sono i PM a violare il segreto istruttorio.
    I giornali che servono il popolo ? Tutto il popolo, no, almeno qualcuno. (copyright Andrea Marcenaro).

  • “Altrimenti finisce che la privacy di sinistra se la prende con le piattaforme delle aziende capitaliste americane orientate al profitto” ….anche qui ho dei dubbi!!!

  • Verissimo, peccato che PD e IDV (ah, già, non è di sinistra) fanno di tutto per far credere il contrario. Ha ragione quel tale: il governo dovrebbe ripresentare verbatim il DdL Mastella sulle intercettazioni, quello approvato alla Camera e poi decaduto per le note vicende. Mi piacerebbe vedere cosa succede.

Luca De Biase

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