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Narrazione e prospettiva

Stasera ce la raccontiamo con Giuseppe Genna a Oilproject. La narrazione è una parola chiave. Ma raccontare la narrazione è superdifficile. Soprattutto quando ci sei in mezzo.

Anche perché come sappiamo bene gli stimoli vaganti sono moltissimi ma i filtri narrativi sono scarsi e confusi.

Remo Bodei dipinge la memoria nell’epoca della rete come una facoltà in tensione, sollecitata a mutare da un contesto che valorizza un iperpresente nel quale tutto è accessibile ma senza necessariamente favorire il riconoscimento di una prospettiva.

I racconti lineari e parziali, i frame interpretativi, le sceneggiatura implicite nei fatti riportati dai grandi media, hanno sostituito forse le grandi narrazioni la cui caduta è stata descritta dagli interpreti del post-moderno.

Sicché conviviamo con la complessità cercando di non pensarci troppo. Il che la alimenta.

La ipotetiche “grandi narrazioni” del presente, dalla globalizzazione allo “scontro di civiltà”, durano poco e si trasformano in fretta. Anche perché le tecniche di distruzione polemica delle idee sembrerebbero attualmente più forti di quelle di ricostruzione.

Ma per vivere abbiamo bisogno di immaginare almeno un po’ di futuro per noi o per tutti. E dunque abbiamo bisogno di pensarci come parte attiva di una narrazione. Solo una vita che si può raccontare può essere una “buona vita”, dice Antoine Compagnon nelle sue lezioni al Collège de France. E probabilmente vale anche per la vita di una società.

Qualcuno può pensare che la rete non abbia contribuito a rispondere. Altri possono pensare che i blog e le narrazioni emerse nella rete abbiano aiutato. Ma un fatto è chiaro: se la narrazione generale che descrive la società in cui viviamo non ci piace o non sembra “vera davvero”, o è troppo priva di prospettiva, la rete di dice che qualcosa di concreto possiamo sempre fare (sia nei contenuti che nelle piattaforme). Non è una soluzione. Ma rispetto all’epoca del dominio assoluto del broadcast, è un passaggio sensazionale.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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