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Violenta SEGRETEZZA per Apple in Cina

È una storia da leggere in originale o riassumere. Perché resta aperta come un giallo. E se ne vorrebbe vedere il finale. È la storia di un corrispondente della Reuters che racconta uno stabilimento della Foxconn a Longhua, nel sud della Cina, dove si fabbricano iPod e iPad per la Apple. Dove si entra soltanto dopo una verifica delle impronte digitali. Da dove gli operai hanno pochi motivi per uscire, perché all’interno trovano dormitori, divertimenti, banche, posta e panetterie. Uno stabilimento di quelli che perderebbero la commessa della Apple se lasciassero trapelare troppi segreti sui prodotti della Mela.

Il reporter racconta un episodio. Saputo che poco lontano c’è un altro stabilimento della stessa azienda dove si fanno anche prodotti Apple, ha preso un taxi, lo ha raggiunto, ha cominciato a scattare foto del cancello. Era sulla via pubblica. Ma questo non ha impedito agli addetti alla sicurezza di intimargli di fermarsi. Il reporter non si è fermato. Gli addetti alla sicurezza lo hanno attaccato e hanno tentato di trascinarlo dentro il perimetro dello stabilimento. Si è divincolato. Lo hanno picchiato. È arrivata una macchina della Foxconn che gli ha ordinato di salire a bordo. Il reporter non lo ha fatto e ha chiamato la polizia. Gli agenti sono arrivati subito. Le guardie si sono ritirate scusandosi. La polizia ha spiegato al reporter: “Questa è Foxconn, gode di una normativa speciale. La preghiamo di comprendere”…
Nessuno può pensare che questo comportamento sia dovuto a specifici ordini della Apple. Ma di sicuro la Apple tiene alla segretezza. La Cina pure. Evidentemente si trovano bene insieme. Questo episodio è certamente minore rispetto a quello ricordato da Silicon Alley Insider (un dipendente cinese si è ucciso perché coinvolto nella scomparsa di un prototipo di iPhone).
Almeno, finché la pensano così, non leggeremo commenti di persone della Apple contro la privacy come quelli espressi da persone di Google e Facebook.

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  • A dire la verità però in questo caso sia la Cina che la Apple centrano fino ad un certo punto. Foxconn non è che uno dei marchi di proprietà di Hon Hai, azienda taiwanese leader mondiale nella di elettronica di consumo. Produce non solo per Apple ma anche per Dell, HP, Intel, Sony, Nokia, Motorola ed altri. I suoi stabilimenti sono in Cina solo per approfittare del basso costo della manodopera ma l’azienda non è cinese e non lavora solo per Apple.Uno dei fattori che ha contribuito al successo di Hon Hai è proprio la sua capacità di mantenere la segretezza su quello che avviene all’interno,le direttive su come mantenere la riservatezza arrivano, credo, dall’azienda stessa. Non credo che se il reporter in questione si fosse avvicinato ad uno stabilimento Hon Hai dove si producono i pc Dell avrebbe avuto, purtroppo, un trattamento diverso.

  • sì, la precisazione è nell’articolo della reuters. (anche se la distinzione tra taiwan e cina è molto poco cinese :-). Non so se avrebbe avuto un trattamento diverso per uno stabilimento di produzione per la Dell. Ma il precedente della persona suicida per la questione dell’iphone fa una certa impressione.. a mia volta ho precisato che non credo per niente che il fatto sia conseguenza di un preciso ordine della apple.

  • Prima o poi ci si dovrà interrogare sull’etica di queste catene produttive, ne’ piu’ ne’ meno di come sono state fatte le pulci alla Nike e altre aziende dell’abbigliamento.
    Che Apple, Dell o altri chiedano standard di sicurezza che possono essere rispettati soltanto violando i piu’ elementari diritti umani è vergognoso.

  • non sappiamo se sia un fatto dovuto a apple o alla cina.. posso solo dire che a cupertino ho fatto le foto alla apple e non mi hanno malmenato.. mentre in cina devi sempre stare attento a dove ti trovi quando fotografi..

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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