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TechCheck – AARDVARK con GOOGLE

Google ha acquisito Aardvark. Per competere nello spazio dei “social search engine”, dove si ricercano informazioni in base a un’intelligenza collettiva composta di un network di persone rilevante con l’aiuto delle macchine.

Ai motori tradizionali, questo approccio aggiunge:
1. valutazione della qualità dei risultati in base a criteri umani, vivi e immediati, non solo algoritmici
2. valutazione della rilevanza delle risposte personalizzata, in base alla rilevanza delle relazioni tra le persone
3. possibilità di avvicinarsi a un’interfaccia capace di rispondere a domande in linguaggio naturale
Aardvark opera nello spazio nel quale abbiamo visto in precedenza Siri, Cascaad e altri. Nel quale l’algoritmica, la semantica e la socialità dei nuovi media entrano in gioco insieme per offrire risposte migliori agli utenti.
Come si dice in un significativo paper di presentazione, Aardvark è basato su quattro componenti principali:
1. Crawler e indicizzatore
2. Analizzatore delle query per comprendere il senso della domanda
3. Valutazione della rilevanza delle fonti da usare per trovare la risposta
4. Interfaccia che facilita l’interrogazione in modo accessibile e interattivo.
Aardvark si può provare in GoogleLabs.

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  • Caro De Biase, voi giornalisti guardate lontano e non vedete a un palmo dal vostro naso.
    Eccoti la prova. Questo post è datato 13 febbraio, però ci siamo scambiati due chiacchiere due il 16 dicembre a Milano (Working Capital). Sono lì per presentare il mio progetto, lo faccio e non ti accorgi di niente. Oggi sai tutto di Siri, Ardvark o come diavolo si chiama e amenità del genere. Questo è fare informazione? Domando.
    Ti prego documentati, guarda il mio video http://www.youtube.com/watch?v=wM5gIuIkelU, se hai tempo guarda il mio sito,
    poi torna qui e fai il giornalista sul serio. Tu e i tuoi colleghi del sole 24 minuti.
    (edddai non prenderla a male, è solo un consiglio che regolarmente non seguirai)

  • Caro Francesco Lentini, il link segnalato porta su YouTube a una pagina che comincia con: “L’URL contiene un ID video non corretto.” Ho comunque trovato il video della presentazione che avevo ascoltato a Working Capital. Mi pare confermato che si tratta – come giustamente affermava – di un servizio molto interattivo che si trova nello spazio dei “motori intelligenti” esplorato da Wolfram Alpha più che da questi “motori sociali” tipo Siri che alla fine sono presentati come dei comodi sistemi per trovare e prenotare un tavolo al miglior ristorante della zona. Nella sua presentazione di Milano non aveva avuto il tempo di dire che come intende sviluppare la sua creazione. Sul sito del suo Semplicity (http://www.semplicity.com) si trova una serie di esemplificazioni dell’interfaccia e del modo in cui il sistema risponde. Indubbiamente molto interessante. Naturalmente nei limiti delle mie capacità di comprensione. Se avrà modo di farmi sapere meglio che cosa sta succedendo al frutto del suo lavoro sarà lieto di apprenderlo. E certamente la Telecom Italia potrà essere di grande aiuto nel suo sviluppo. Capisco che in Italia ci vuole molta grinta per farsi notare, ma non è necessario usarla con chiunque senza distinzioni, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto di non farsi capire. Vedo che il suo video su Semplicity ha avuto su YouTube per ora 15 visualizzazioni. L’Italia è ricca di innovatori che si occupano con grande sapienza dal punto di vista tecnico della loro creazione ma non superano la difficoltà di far sapere al mondo che esiste. Come chiunque faccia il mio mestiere dovrebbe accostarsi con grande umiltà all’esperienza dei tecnologi, così i tecnologi dovrebbero tentare di conoscere meglio il lavoro di chi fa informazione. A proposito: 24 minuti ha purtroppo chiuso. Personalmente scrivo per il Sole 24 Ore.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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