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Telecom-Telefonica, uhmm

Vincenzo Novari, della 3Italia, davanti al viceministro Paolo Romani, nel corso dell’ultima giornata marconiana, aveva lamentato come il blocco della costruzione della nuova rete veloce italiana fosse essenzialmente dovuto all’ostruzionismo del socio straniero di Telecom Italia. E il viceministro aveva annuito…

Inoltre, non tutti i soci di Telco sono d’accordo con la vendita a Telefonica. Infine, le smentite e i no comment sulla possibile operazione sono molti. Forse troppi perché si possa pensare a una scelta già operata e a una decisione imminente. O almeno, speriamo.
Perché il tema è che prima di quell’eventuale operazione, è necessario prendere una decisione sulla rete attuale e sulla rete di nuova generazione. Con in mente due priorità: che se si scorporerà la rete, questo dovrà avvenire in modo da garantire la concorrenza tra gli operatori e la libertà dei cittadini. Quindi la governance dell’eventuale rete scorporata non deve essere affidata a niente di simile a un “cartello” di operatori, non può essere gestita dal governo, non va affidata a nessuno che possa essere interessato a limitare la net neutrality e il controllo dei contenuti in circolazione. È chiaro insomma che la questione è superdelicata.

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  • Niente cartello, niente Governo (e quindi cose collegate, tipo un’authority), niente che possa pensare di controllare i contenuti (quindi nulla di nomina politica, quindi neanche del parlamento, della magistratura etc.). E se affidassimo la rete allo Spirito Santo ? Vuoi mettere, vision a mille, diagnosi infallible (l’onniscenza non è mica acqua) troubleshooting istantaneo (zac, un miracolo e via), conversione di protocolli open senza sforzo (chi è che ha in carico il dono delle lingue, eh ?). Vabbè, c’è ‘sta storia dei Dieci Comandamenti etc dell’altro azionista (si sa, le azioni si pesano), però, a parte il sesto e il decimo, mi sembra che ci siamo con l’etica della rete. Eight out ten ain’t bad.

  • spiritosone santo… (perché l’authority è necessariamente una cosa del governo?)… il tema è la governance non il governo… senza una governance condivisa e ben pensata per tutti gli interessi nessun piano di questo genere può funzionare bene… facciamo un’altra operazione fallita in partenza… e senza una governance di questo genere, paradossalmente, la minaccia un po’ faziosa di vendere tutto a telefonica diventerebbe invece una possibilità accettabile… visto che almeno la telefonica è attenta alle direttive europee…

  • Non si può nemeno scherzare ? ;-)) Authority: perchè alla fine la nomina la maggioranza parlamentare che esprime il governo. Non è possibile che la rete venga affidata a qualcosa che è assolutamente indipendente. Allora facciamo una pubic company ad azionariato diffuso con una green shoe in capo allo Stato e uno statuto che disciplini una serie di cose, per esempio il servizio universale in banda larga. Poi affidiamo le regole di vendita dell’accesso alla rete e di gestione della stessa all’AGCOM. Realisticamente è l’unica cosa che può funzionare.

  • Giuro sulla testa di Di Petro che volevo scrivere “public company” e non “pubic company” !!!

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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