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La maggioranza di Google

Seguendo uno schema abbastanza normale ttra i fondatori di grandi aziende americane, Brin e Page venderanno azioni di Google nel corso dei prossimi cinque anni. Alla fine non avranno più la maggioranza assoluta. (Paidcontent)

La fantapolitica si potrebbe scatenare. Pensando che un fondo cinese si possa comprare la maggioranza di Google, viene da pensare che potrebbe farlo l’Europa… Ma si può prevedere che non lo farà nessuno. Forse.

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  • la questione è molto più complessa perchè anche se Page e Brin dovessero scendere al 48% dei diritti di voto, difficilmente qualcuno (come la Cina) potrebbe fare una scalata ostile visto che Page e Brin venderanno azioni di tipo B che (a differenza di quelle di tipo A) non sono scambiate in borsa.

  • Strana discussione questa: comunque andiamo avanti. Dunque dal link che ho citato si arriva al resocondo di Paidcontent sul documento presentato alla Sec che dice che Brin e Page effettivamente cedono azioni arrivando a non avere più la maggioranza dei diritti di voto:
    Google (NSDQ: GOOG) just put out an SEC filing indicating that co-founders Larry Page and Sergey Brin will soon begin to sell off some of their holdings in the company, as part of a predetermined trading plan. The men intend to sell about 10 million shares in the company over the next five years, representing about 17 percent of their holdings. According to the filing, that would mean that they would control about 48 percent of Google’s voting power, down from 59 percent, effectively giving up majority control of the company, although they of course would continue to wield significant executive power given the amount of stock it would take to overrule them.Significa che con moltissimi soldi qualcuno potrebbe prendere la maggioranza dei voti assembleari di Google. Non so se le informazioni di Thomas e Hamlet siano migliori di queste.

  • ah, una precisazione ulteriore: la mia ipotesi fantapolitica naturalmente è completamente basata sui numeri e ovviamente è molto improbabile viste le difficoltà che si incontrerebbero a comprare le azioni che servono a conquistare la maggioranza dei diritti di voto. Ma sarebbe più che altro questione di prezzo. Se qualcuno volesse vedere in Google qualcosa di enormemente importante e avesse i soldi, potrebbe spenderli e conquistare la maggioranza. Prima era impossibile ora è improbabile.

  • De Biase “Significa che con moltissimi soldi qualcuno potrebbe prendere la maggioranza dei voti assembleari di Google. Non so se le informazioni di Thomas e Hamlet siano migliori di queste.”
    Ma non è vero: anche se Page e Brin scendessero al 48% (dei diritti di voto), Eric Schmidt avrebbe il 10% dei diritti di voto. Se qualcuno volesse acquistare le azioni in borsa, potrebbe acquistare le azioni di tipo A, che corrispondono solo a circa il 25% dei diritti di voto. Se qualcuno, alleandosi con Schmidt, iniziasse ad acquistare azioni per tentare di sfiduciare Page e Brin, Page e Brin potrebbero tranquillamente acuistare alcuni azioni in borsa e risalire al 50%! Non basta leggere l’articolo di Paidcontent 🙂

  • Grazie ancora, Hamlet, per aver contribuito, ma non vorrei che facessimo a non capirci. Una scalata non è mai facile. Una scalata contro il 48% è ancora più difficile. Una scalata contro il 48% alleato del 10% è ancora più difficile. L’ipotesi di scalata è fantapolitica, come ho scritto. Vuol dire fantapolitica. Ma non è vero che non è vero. E’ semplicemente improbabile, molto improbabile. Siamo passati sa una situazione di impossibilità a una situazione di improbabilità. Il senso del post è questo: se i numeri possono cambiare, il controllo di Google può cambiare; le garanzie offerte dai fondatori non sono eterne; le logiche commerciali o politiche possono avere un influenza su una delle piattaforme più importanti del mondo… Tutto qui.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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