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Civiltà nella rete

La rete rischia se lascia che l’inciviltà di alcuni degradi la qualità dell’esperienza di tutti, dicono Jimmy Wales e Andrea Weckerle, sul Wall Street Journal. Non senza ragioni, chiaramente. La soluzione, però, è la consapevole vigilanza degli internettiani. Può essere per un verso una questione normativa, ma non servono nuove leggi, casomai occorre il rispetto delle leggi attuali.

Il tema più affascinante, però, è capire come potranno emergere servizi e luoghi di conversazione che valorizzino chi rispetta gli altri e sceglie di discutere in modo civile.

Un progetto come Wikipedia, che non è certo privo di problemi, ha comunque saputo creare un contesto che incentiva la collaborazione costruttiva rispetto al vandalismo. È possibile, probabilmente, generalizzare alcune caratteristiche di Wikipedia nel design dei nuovi servizi di condivisione delle informazioni e discussione delle conoscenze. Quali sono quelle caratteristiche?

Ipotesi: un grande progetto comune, non profit e orientato al bene di tutti; una limitata sottolineatura dell’individualità di chi contribuisce che non innesca una gara degli ego; una buona struttura di manutenzione prevalentemente volontaria ma molto impegnata.

Non è detto che queste siano caratteristiche generalizzabili. E certamente non garantiscono neppure Wikipedia dall’emergere di problemi. Ma possono costituire un elemento di riflessione visto che in effetti sono connesse a un successo inequivocabile per una rete attenta alla civiltà delle relazioni.

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  • fai qui i migliori auguri ad ogni singola persona:
    “capire come potranno emergere servizi e luoghi di conversazione che valorizzino chi rispetta gli altri e sceglie di discutere in modo civile”
    è una cosa semplice che può fare ciascuno, senza incolpare il mondo esterno di ogni problema.
    si tratta del principio di responsabilità di cui ha parlato a lungo e profondità Jonas
    buoni giorni e buon futuro

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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